256 occasione per opera dei Pianta e Robustello, principali di quella valle, i quali rappresentavano come al solito, al Feria, nuovo governatore di Milano, essere desiderio del popolo di sottrarsi ad un governo vile ed avaro, come dicevano quello dei Grigioni, di rialzare la depressa religione cattolica, di godere alfine della propria libertà. Venezia, avvisata dai suoi residenti a Milano e Zurigo, di quanto si andava maneggiando, cercava dal canto suo di vieppiù stringersi ai Grigioni e ad altri Cantoni Svizzeri, sebben protestanti, « ben chiaro essendo, scriveva al papa, che i Spagnuoli sotto pretesto della Religione tendono ad impadronirsi di quella valle (1). » La rivolta da lungo tempo maturata scoppiava coll’orrendo macello fatto dei Protestanti il 19 luglio nel borgo di Tirano, macello che non ha forse il simile se non nella famosa notte di san Bartolomeo ; poi continuavano quelle fanatiche turbe menando le stesse stragi in Teglio ed altri luoghi, e fino nella stessa Sondrio. Da per tutto colle grida : Viva la romana fede, non perdonavasi la vita ad alcun protestante. Conquistata la patria valle, ed occupati i passi di Chiavenna, Malenco e Puschiavo, non restava a quegli afferati se non d’impadronirsi di Bormio per chiudere ogni via alle genti che dalla Rezia calassero alla vendetta. Pattegiarono coi Bormiesi, stipularono vicendevoli aiuti, e così anche questo passo fu serrato. Alla notizia del felice successo, giubilò il governatore di Milano, che abbracciò il Prevosto della Scala, primo a dargliene l’annunzio, mandò agl’ insorgenti trecento iùo-schetti, polvere e denaro, mentre rinforzi di gente altresì preparavansi, e pubblicò una grida desiderando che si rendessero grazie a Dio della vittoria ottenuta contro i persecutori della cattolica verità, e si pregasse per l’opportuno (1) 14 Agosto 1620 Secreta 221.