482 e movevanli a ricorrere per soccorsi perfino a’ Turchi. Il tentativo di liberare la patria portava quei tre a perire sul patibolo, ma loro succedeva nel medesimo divisamente il prode Emerico Tekeli, che stretta sempre più 1’ alleanza coi Turchi, veniva da questi proclamato re d’ Ungheria. Allora la guerra turco-ungherese contro Leopoldo imperatore^ divenne inevitabile. Ebbe Carlo duca di Lorena il comando delle truppe imperiali, e fu tratta nell’alleanza la Polonia, ma il gran vezir Mustafà alla testa di cenciquanta mila uomini avanzava inarrestabile, prendeva fortezze, assoggettava città, arrivava fin sotto le mura di Vienna il 14 luglio 1683. Generale era lo spavento, chi poteva fuggiva, non ultimo l’imperatore che si ritirò colla moglie gravida e coi figli prima a Linz, poi a Passavia nella Baviera. Cominciava l’assedio ; quanto era strabocchevole il numero degli assedianti, altrettanto era minimo al paragone quello degli assediati. Avea il governo della città Buggero Ernesto conte di Staremberg, e sotto di lui dirigevano le operazioni militari il conte Daun e il marchese Ferdinando degli Obizzi nobile padovano per istrano e feral caso passato al servigio delPAustria (1). Eroica e perseverante fu la difesa, tanto che ebbero tempo di avvicinarsi le truppe alleate polacche, alla cui testa veniva lo stesso re Giovanni Sobieski. Allora le cose mutarono faccia : i Turchi vigorosamente assaliti volsero in fuga, abbandonando il loro campo con tutte le ricchezze ammassatevi. Mustafà ritornato vinto e avvilito a Costantinopoli, vi ebbe d’ordine del sultano la morte. Tanto famosa vittoria fu celebrata da (1) Sua madre Lucrezia di maravigliosa bellezza e di altrettanta virtù, resistendo alle seduzioni e alla stessa violenza d1 un gentiluomo era stata da lui pugnalata. Il figlio cresciuto in età la vendicò, uccidendo il suo infame assassino, e per sottrarsi alla giustizia si salvò in Austria e vi pervenne ad alte dignità militari.