150 Il 14 giugno venne egualmente in Collegio 1’ ambasciatore inglese, il quale accomiatandosi per andar fuori per alcuni giorni (1) diceva tra le altre cose che tra quelli sciagurati che erano stati impiccati si trovava un certo Renon (Renaud, Rinaldi) capo della loro schiera, che costui trovatolo un giorno in merceria da un libraio, gli si era appressato dicendogli all’orecchio che avea cosa di grande importanza a comunicargli concernente il servigio del suo re, e pregavalo quindi indicassegli 1’ ora in cui potesse a-scoltarlo (2). Essendo dovere, diceva Wotton, dell’ ambasciatore di ascoltare quanto gli venga riferito relativamente alla sua corte, aveagli risposto che venisse pure quando fatte e già le vanno disseminando, anzi pubblicano che quelli che si fanno morire secretamente sono li nobili che vi hanno tenuto mano, che il loro ambasciatore è accarezzato, eh’ è stato, in Collegio a giustificarsi, anzi per far castigar alcuni che dicevano venir da Spagnoli questa operazione; onde governandosi il mondo con apparenze et avendo loro il vantaggio del concetto di pietà et religione col quale camminano e coprono ogni loro tentativo, corre rischio la Serenissima Repubblica che in luoco d’aver scoperto il fuoco e l’insidia per rimediarvi resti più che mai coperta la fiamma e nel pericolo. L’altra cosa che potrà seguire è (e mi disse S. A. lo scriva subito per cor-riero espresso a quei Signori) che nutrendosi il serpente nel seno, non stimando il pericolo e non rimediandovi, voglia Dio Íe qui calò S. A. quasi un ginocchio a terra mirando al cielo) che non vedano la loro e la mia total giattura. Signor Zeno, il male non termina quà (e con voce bassa mi disse) temo e tremo che anco Francesi vi abbiano parte, non parlo del re che non può aver mente migliore di quello che ha, ma de’ pochi ministri corrotti, i quali però non ave-ranno comunicato una così fatta scelleratezza, ma solo detto di trar un colpo per indebolire e mortificare la Repubblica, poiché questi concetti di tenerci tutti bassi et mortificati, e per conseguenza dipendenti da loro, è dottrina che accordano Francesi e Spagnoli, e giacché non posson partire gli Stati d’Italia vogliono almeno pai-tirsi il predominio e l’arbitrio di essa». (1) Si aveano avuti avvisi di parole malevole e minacciose degli ambasciatori di Francia e d’Inghilterra contro la Repubblica, Comunicate 26 nov. 1618, (2) Il B maggio 1619 fu richiamato in Inghilterra ed il Senato incaricò l’ambasciatore d’indagarne la causa. Secreta. Tornò poi nella medesima qualità, ibid. 6 aprile 1621.