536 finalmente dopo aver tentato parecchi altri mezzi, si venne nel 1G62 alla deliberazione, e con Proclama 30 agosto di quell’ anno si levarono i due dazi generali che gravavano sulle merci che entravano dal mare, e l’ altro detto di Ponente da mar, di modo che le mercanzie entranti da qualunque luogo, anche dal golfo, così dei sudditi come degli esteri, avessero a godere dell’immunità ; si tolsero altresì l’imposizione detta dei Poveri al pepe, perchè destinata appunto a vantaggio di vecchi marinai invalidi, il cottimo (diritto consolare) di Londra e il sussidio alle spese del viaggio di Cipro (1). Fu anche questo un vano tentativo e improvvido quel levare i dazii d’entrata, quando piuttosto si sarebbero dovuti levare all’ uscita, perchè il sollevar l’ingresso non poteva servir ad altro che a sagrificare 1’ utile del consumo che andò perduto per intero, e il mercante paga volentieri il dazio d’ entrata nella speranza della vendita, mentre l’idea della necessità di lasciar in caso contrario la merce come incatenata o di sottostare a gravezza nell’ uscire, allontana il concorso (2). Fu osservata quindi nel 1676 una notabilissima diminuzione nel numero dei colli importati (3) ; ricorre vasi a sempre nuove providenze ; furono istituiti nuo vamente i Consoli in Alessandria, a Durazzo e Yallona (4), fu decretato un nuovo consiglio pel Ponente (5), fu dato opera all’ avviamento principalmente dell’ antico commercio colla Spagna, eleggendo tre Senatori di maturità ed esperienza, i quali uniti ai tre Deputati sopra la Provisione del denaro, e ai cinque Savi alla mercanzia, avessero a chiamare a con- (1) Filze mar. 1662. (2) Scrittura de’ cinque Savii alla mercanzia 26 sett. 1738 Codice MCCXXIII, cl. VII, it. alla Marciana. (3) G. A. Bon : Del Commercio Veneto, alla Marciana. (4) 1671 Capitolare, Savii alla mercanzia N. 9. (5) Ib. 26 die. 1676.