298 ancora sorprendere con un rapido passaggio il duca e suo figlio che trovavansi a Rivoli, ma avvertiti a tempo poterono rifuggirsi in Torino colle forze piemontesi di una quindicina di mille uomini e colà attendere il nemico. Allo spuntar del giorno, i Francesi videro la riva destra del fiume intieramente deserta, i fanti marciarono sopra un ponte che i Piemontesi non aveano avuto tempo di tagliare, la cavalleria passò, condotta dal cardinale generalissimo che cavalcava vestito della corazza col cappello a piume in testa, colla spada al fianco, e le pistole agli arcioni. Il tempo era orribile, i soldati intirizzivano sotto una pioggia agghiacciata che cadeva mista a neve e a grandine e imprecavano in cuor loro al cardinale. Ma breve fu il malumore, che acquartierati la sera in Rivoli, bevettero a iosa i buoni vini del duca, alla salute, come dicevano, del gran cardinale (1). Anziché volgersi a Torino, come il duca sperava, si diressero a Pinerolo che venne in loro potere, ma nel tempo stesso il generale spagnuolo Spinola stringeva più che mai Casale, e Collalto riprendeva con vigore 1’ assedio di Mantova. La Repubblica lagnavasi che Francia con tanto esercito in Italia lasciasse a lei sola il carico della difesa di questa piazza, mentre il gran duca di Toscana, i duchi di Modena e di Parma soccorrevano evidentemente gli Spa-gnuoli (2). Fu lungamente discusso il partito da prendersi, e vedendo che gli Alemanni lasciati tranquilli, sempre più ingrossavano, fu deliberato di molestarli con frequenti scaramucce e sortite, e cercare di cacciarli dai posti occupati. E già infatti si erano ripresi Ponte Molino e il posto della Volta, ma il duca mal consigliato o circondato da traditori mostravasi indeciso, non permetteva o solo in piccola parte al presidio di uscire, benché quasi tutto composto di truppe (1) Henry Martin XIII, 34. (•2) 12 maggio, p. 175.