518 con Cesare era risparmiata dagli aggravii, ben avea a temere in avvenire che le sue terre non ne andassero immuni, anzi che sopra le stesse si svegliassero antichi titoli co’ quali l’imperatore pretende l’alto e sovrano dominio di tutta l’Italia (1). Al che 1' ambasciatore rispose che la serenissima Repubblica professando equità di massima e desiderio vivissimo della pace, avea con l’opere giustificata tale sua intenzione e a questo fine impiegati continui non mai interrotti officii in tutte le Corti ; esser pronta quindi a dar mano a tutto potere alla quiete d’Europa tanto da lei desiderata ; che per altro avendo ricevuto l’imperio da Dio, avea speso bensì in far la guerra a’ principi che 1’ ebbero provocata, non mai a pagar tributo ad alcuno, e che avendo succhiato col latte tali esempi non ne declinerebbe giammai, essendo difficile a costringere uno stato che con potente armata di terra e di mare tratta l’armi vittoriose contro la più vasta potenza del mondo ». Scriveva 1’ Erizzo il 16 novembre di altra conferenza avuta col sig. di Pomponne il quale erasi così espresso. (1) Lo stesso discorso teneva l’ambasciatore di Savoja al veneto Alvise Pisani il quale scriveva il 9 ottobre 1699 da Fontainebleau avergli detto quello in nome del suo signore, che li Principi della medesima Italia ne tengono il più particolare interesse per preservarla, che il suo padrone anelava appassionatamente per veder d’accordo et unitamente risolti li stessi Principi ad accudire alla comune difesa ; che certamente il sig. duca (e lo giurò) si ritrovava in una pienissima libertà e eh’ era in stato di convenire a tutto ciò si potesse credere il miglior interesse e l’universal felicità della Provincia stessa ; che amerebbe sopra ogni altra cosa si potessero unire li riguardi, come non devono esser differenti li fini, con la serenissima Repubblica la più potente e la più savia ; che con il loro esempio portato il Pontefice alle risoluzioni più salutari si ridurrebbero ancora tutti gli altri in una unione Torte e vigorosa capace ad ogni più valida resistenza, non tenendo in conseguenza di ciò alcun bisogno d’andar sollecitando li ajuti de’ forestieri e delle maggiori potenze le quali patrocinassero, ma nell’ istesso tempo opprimessero. Questo essere il vero comune interesse degl’ Italiani, non potendosi alcuno dolere che si applicasse con soda direzione a custodire li propri stati... Dispacci Francia all’ Archivio.