175 difese, e fu vinto quest’ ultimo partito (1) ; il giorno 7 il Robazza fu condannato a perder la mano destra e a venti anni di prigione all’oscuro con bando e taglia se da quella fuggisse. Il cappellano Giovanni Moravio, che avea accompagnato il Foscarini in Francia ed in Inghilterra, ed era stato al suo ritorno a Venezia insieme con lui ritenuto, fu posto in libertà con giuramento di serbare profondo silenzio (2). Così sembrava il Foscarini purgato dal sospetto d’ a-ver tradito i secreti dello Stato, ma rimanevano le altre colpe di cui l’accusava il Muscorno, com’ erano quelle di vita scandalosa e d’irreligione, e il processo si prolungava. Scrivevano di nuovo gl’ Inquisitori al Lionello a Londra domandasse licenza al re di poter interrogare alcuni testi-monii colà (8), e all’ambasciatore Antonio Donato a Torino 1’ 8 luglio dello stesso anno : « Illustrissimo Signore come fratello hon. (4) Ricevendo V. S. Illustrissima le presenti riceverà insieme giuramento che le vien dato come se fusse alla nostra presenza, et così nella sua risposta esprimerà di ha-verlo ricevuto di perpetua secretezza di quanto le scrive-mo, et che occorrerà a lei di operare et rispondere, non dovendo in tutto nè in parte essere in alcuna maniera chi si voglia fatto consapevole, come è solito di tutte le cose che passano per il nostro magistrato. « E necessario sopra l’infrascritti capitoli haver le depositioni delle persone annotate ad essi, le quali intende-mo ritrovarsi in Turino, così del cavalier Gabaleoni, come (1) 2 Sett. 1616. Cons. X. (2) 26 Agosto Cons. X. (3) Al Lionello 16 feb. 1616/17 Consiglio X. (4) Riportiamo queste lettere anche per dare una idea della forma del carteggio che passava tra gl’ Inquisitori e i varii ambasciatori.