38 Mantova vi ebbe grandi onorificenze e protezione da quel duca Guglielmo Gonzaga, ed attendendo con grande amore alle matematiche vi fece straordinarii progressi non nelle speculative soltanto, ma eziandio nelle applicate, nell’astronomia, nella fisica, nell’ ottica, nella prospettiva ed idraulica ; studiò medicina, chimica, botanica, mineralogia ; e che non fossero per questo superficiali le sue cognizioni ben lo dimostrano le scoperte da lui fatte particolarmente nell’ anatomia, circa alla contrazione e dilatazione dell’uvea dell’ occhio e alle valvule nelle vene per la circolazione del sangue. Passò poi a Milano, donde poco dopo fu richiamato a Venezia per insegnare filosofia nel convento dei Servi (1575), fu eletto provinciale assai giovanissimo, fu più volte a Eoma, visitò Napoli, e fattosi sempre più ricco di cognizioni e di esperienze tornò a Venezia, ove ritirato nel suo convento, nella scrupolosissima osservanza di tutte le pratiche religiose (1), dell’ astinenza e de’ digiuni, studiando ed insegnando passava tranquillamente i suoi dì fra il culto, i libri e un dotto circolo d’ amici, quando la controversia con Roma in cui avea a sostenere sì luminosa parte, lo chiamò sulla scena del mondo. Consultati adunque dal Senato fr&’ Paolo, Erasmo Gra-ziani da Udine, M. A. Pellegrini da Padova ed altri cele- (1) « Ragionando il Pontefice coll’ illustrissimo di Verona (Agostino Valier) sopra la persona del detto prete dissegli : non sappiamo com' egli stia al sant’ ufficio. Et sua Signoria illustrissima gli rispose che lo conosceva per buon cattolico e cristianissimo, che avea sentito diversi suoi sermoni in cappella essendo provveditore generale molto eruditi, che la sua dottrina era scolastica, et non so come possa esser sospetto. Et il sig. Cardinale Ascoli che è uno di quei della Inquisizione avea attestato di conoscerlo per dottissimo e che non era eretico. Ma quanto più la dottrina di detto prete era stimata, tanto meno vorriano che avesse scritto in favor nostro e però non mancano spiriti di maldicenza contro di lui». Dispaccio Nani 18 marzo 1506.