317 Amedeo, che quel forte fosse loro affidato in deposito ancora per sei mesi, e il deposito fu cambiato un anno dopo in una cessione formale; la politica di Richelieu riuscì ad avere quel tanto vagheggiato passo in Italia, e gli Spagnuoli imbarazzati allora nell’Olanda, e gl’imperiali per le cose di Germania dovettero dissimulare. Ferdinando II avea infatti chiusa la dieta di Ratisbona con tristi presagi ; non avea potuto ottenere dal partito cattolico 1’ elezione tanto da lui desiderata e maneggiata del figlio Ferdinando a re dei Romani, e i protestanti all’avan-zarsi dell’ esercito vittorioso di Gustavo Adolfo di Svezia, rialzavano il capo. Un ambasciatore svedese, Cristiano Lodovico Reschius, era venuto anche a Venezia, e vi era stato accolto con distinte dimostrazioni d’ onore (1). L’ oggetto della sua missione era principalmente di domandare la continuazione pei sussidii in danaro, a cui la Repubblica si era impegnata d’ accordo colla Francia per mantener viva una diversione durante la guerra di Mantova, ma ora rispon-devagli il Collegio (2), che tra le molte negoziazioni che per la causa di Mantova erano passate tra la Maestà Cristianissima e la Repubblica collegate, era stata pur quella di contribuire certa somma al suo re per benefìzio degl’ interessi comuni, ma soppravvenuti altri successi ed ora conclusa la pace non si poteva più ragionevolmente e onestamente continuare ; ben continuerebbe la Repubblica la sua buona • amicizia con Sua Maestà e il reciproco commercio tra i sudditi ; ma fare di più sarebbe d’impedimento alla tranquillità dell’ Italia, giacché 1’ imperatore prenderebbene per lo meno motivo a prorogare la restituzione di Mantova. Eguali sentimenti di amicizia e di buona volontà si esprimevano (1) 22 luglio 1631, Corti. (2) 2 agosto, pag. 118.