286 sta alla collera degl’ imperiali, ed il 12 maggio scriveva il Senato a’ suoi ambasciatori Soranzo e Zorzi in Francia (1). « Con la partenza di Sua Maestà e del sig. Cardinale ancora, gli affari d’Italia rimaner vivamente esposti a pericoli ed a sconcerti maggiori che mai, rimanendo li Spa-gnuoli pure armati, con quei concetti di pace che vanno spargendo in voce, mentre in effetto si vanno preparando alla guerra. Il negotio tra le due case di Savoia e di Mantova non raggiustato ; il sig. duca di Savoia pendente ed unito pur anco agli stessi Spagnuoli, tenendone pure appresso di sè e continuando con essi nelle istanze di contribuzioni di danari. Dalla corte di Germania e di Spagna risuonare inclinatione alla quiete, ma queste voci pot jrsi tenere artificiose per addormentare i sensi della Francia e per conseguire l’effetto succeduto appunto dal vedere allontanare Sua Maestà ed il sig. Cardinale, onde implicati questi in altri affari rimanga la piazza lor libera per le prime in-tentioni : consumarsi fra tanto con l’obbligo di stare armati i principi d’Italia et a comodo rilevante degli Spagnuoli i quali si erano ultimamente espressi di ritrattare gli ordini a Napoli della spedizione di quelle militie, ma in effetto esserne giunti due mille fanti a Genova, ed ora partiti Sua Maestà ed il Cardinale non lasceranno di far venire gli altri e di Germania per Valtellina e d’ ogni altra parte, special-mente essendo giunto 1’ avviso dell’ esser capitata la flotta di quest’anno dalle Indie. Stringersi le trattazioni ogni giorno dell’ arciduca Leopoldo coi Grigioni, e quando rimanga stabilito fra loro e si lasci occasione a Svizzeri di unirsi a Spagna, duro negozio dover poi riescire e fuor di speranza il potervisi per la Francia avanzare. Riuscire di sommo pregiudizio le voci pubblicate che la Francia non (1) Secreta, p. 177.