86 che or ora parte corriero spedito dal signor Yilleroi a Roma (1). Dopo scritta intendo che le ferite del re sono gravi et mortali. Piaccia a Dio di donarli sanità ». E poi nella notte stessa : « In questo momento intendo che il re sia morto et il sig. delle Ghel (Lesdiguiers ?) è stato spedito allo esercito. Il signor di Boleò, et presidente Gianino che hanno costituito lo scellerato omicida, hanno detto che sia egli un lacchè del principe di Condè. Il parlamento ha dichiarato per arresto la regina per reggente et che dimani si griderà il Delfino re di Francia ecc. » E il 25 : « Il scele-rato che ha ammazzato il fu re è nato in Anguleme, se 1’ è trovato addosso alcune stantie (versetti) per dispor uno che abbi a morir per giustitia a sopportar pazientemente ; non ha finora complici, ha detto essersi messo ad atto così infame per ispirazione ». Notizie più esatte sul fatto dava l’ambasciatore il primo di giugno (2). « Il dopo mangiare di 14 che successe tal doloroso accidente, uscì S. M. senza le solite guardie ; nella strada di s. Dionigi vicino al luoco ove si faceva un arco trionfale (per l’incoronazione che dovea farsi della regina) essendo attraversata la strada, convenne fermarsi la carrozza presso una carretta : il re che suol per ordinario star alla portella era sentato (seduto) di sopra dalla parte da dietro, et il duca di Perosa li era vicino, onde non li restava da ritirarsi ; aveva il giuppone tutt’intorno staccato, il ferraiuolo sopra una sola spalla e s’ era abbassato con la testa per veder le figure del detto arco. Il scelerato omicida detto Francesco Raguagliac d’Angouleme, di bassissima nascita, postosi fra la carretta e la carrozza montato sopra la ruota da dietro di essa, tirò un colpo in quella parte che non era difesa da altra cosa che dalla camiscia. Il re allora (1) Di Parigi li XIV maggio 1610 a ore 24. (2) Dispacci all’ Archivio.