354 Le quali assicurazioni trovano riscontro in altro dispaccio del medesimo Corner del 16 ottobre 1644, quando ancora nessuna dimostrazione di malumore contro Venezia era stata fatta dai Turchi. « Oggi mi capita avviso, così scriveva (1), che alli otto del corrente fossero state vedute al di fuori di questo regno nelle acque di esso, in luogo remoto dal commercio, sei galee maltesi di ritorno dal Levante con un ben grosso vascello, e vi avessero sbarcato in terra quarantaotto persone del medesimo, e poi proseguito il cammino verso Malta. Subito ho fatto volar ordini efficacissimi perchè non fossero lasciati (gli sbarcati) praticare con alcuno e molto meno entrare in città, quando per avventura vi si fossero avanzati come poco dopo è seguito, con scorta però d’alcuni privilegiati, e con le necessarie cautele di sanità. Dal costituto che ne ho fatto levare, ho inteso questi essere stati in qualità di marinari sopra il medesimo vascello stipendiati, andativi al servizio di loro volontà, di nazione greci et armeni tutti Cristiani e sudditi del Gran Signore. Ne ho anche cavato che il sopra detto vascello sia stato d’ un Ibraim Celebi Turco, carico di legne del mar negro per Alessandria, preso fuori di Rodi miglie cento-trenta verso ostro. Questo era legno di mercanzia ed aveva dentro tra turchi, marinari, mercanti e passeggeri al numero di trecento cinquanta con parecchi pezzi di cannone. Nel conflitto e tre abbordi seguiti è stato ammazzato il medesimo Ibraim con centocinquanta turchi, e così anche il generai maltese con molti de’ suoi, compartiti gli altri Turchi sopra le galee dalle quali il giorno stesso del combattimento è stato gettato a fondo anche un berton di Costantinopoli che navigava pure per Alessandria. Tanto risulta dal sopraccennato costituto che occluso nelle presenti, trasmetto alla Serenità Vostra ad ogni buon fine ». (1) Ib. 16 ott. 1644.