142 glienza e impiego, e la moglie di Giacomo Pierre, tenuta fino allora in apparenza sotto stretta custodia, fu rimessa in libertà e fatta onorevolmente accompagnare a Malta (1). E collo sventarsi della congiura di Venezia, altra ne fu sventata, che contemporaneamente ordivasi a Crema per opera di Gio. Berard amico di Giacomo Pierre e uffiziale nella compagnia del Juven, allo scopo di consegnare quella fortezza al governatore di Milano. Avviatosi questo nuovo processo fu fatto ritenere lo stesso Juven (2), ma poi liberato cogli altri, ad eccezione del Berard (3), lungi dal tenersene offeso, ai nuovi tentativi dell’ ambasciatore di Francia per distorlo dal servigio della Repubblica rispondeva oh’ egli non avea se non a laudarsi di essa e del modo come era stato trattato durante la sua prigionia, in cui tranne la libertà era come se fosse stato in casa propria, solo lagnandosi dei falsi accusatori e dichiarando che per certo l’accusa veniva da uno dei compagni del Pierre e dai suoi complici. E soggiungendo l’ambasciatore che Giacomo Pierre era innocente, rispose Juven : Dio mi guardi eh’ io fossi stato come lui, perchè sarei andato come lui a bere (4). Restò quindi Baldassare Juven nella grazia della Repubblica (5) finché tornò in Francia, ed ancor prima di partire avea reso un nuovo servigio comunicando agl’inquisitori certi disegni degli Arciducali su Palma (6); fu largamente rimunerato il Moncassin che,per sua sicurezza ebbe licenza di portar armi e avendo domandato di passare in Candia (1) Comunicate 31 lug. 1618. (2) 12 Giug. Criminale. (3) 20 Sett. ibid. (4) Interrogatorio avanti gl’inquisitori di Stato. Comunicate 10 ottobre L619. (5) Il 9 ottob. 1610, egli domandò la grazia di liberar un bandito. Parti segrete Cons. X. (6) Il 3 gennaro 1619, Comunicate.