516 capitano generale Antonio Zen, Pietro Querini proveditore straordinario, Carlo Pisani proveditore ordinario, dieci so-pracomiti ed un governatore di nave accusati d’aver mancato al loro dovere, furono condotti a Venezia e chiusi in carcere, nel quale il Zeno morì prima che spedito fosse il suo processo. Ma prima di morire egli stese una solenne protesta della sua innocenza, la cui pubblicazione per la stampa con approvazione del Governo equivale ad una realdizione di fama. Promosso in luogo dello Zeno alla carica di capitano generale Alessandro Molino, seppe questi gloriosamente difendere la Morea dalle nuove forze turche venute per tentarne la riconquista, e lasciatovi a presidiarla il valoroso generale alemanno Stenau, mosse colla flotta in cerca dell’ armata degli Ottomani che incontrò nelle vicinanze di Scio, e con una luminosa vittoria sopra di essa ottenuta, potè ristabilire 1’ onore delle armi venete sul mare. La superiorità delle quali si mantenne egualmente, ad onta di qualche sconfitta, negli scontri avvenuti negli anni 1696, 1697 e 1698 sventando i replicati tentativi dei Turchi per insignorirsi dell’isola di Tine, cacciandoli in fuga fino entro ai Dardanelli, ove grande battaglia avvenne il 20 settembre e con tanta gloria del proveditore straordinario Girolamo Delfin, che il Senato credette opportuno dare minuto ragguaglio a tutte le Corti dell’ eroico combattimento della sua nave assalita da tutte le parti dai nemici e che pur seppe difendersi ed assicurare a’ proprii il trionfo (1). Per tale vittoria fu ai Veneziani assicurata la Signoria dei mari, guarentito 1’ Arcipelago. Con variabili eventi combattevasi in Dalmazia ; nell’ Ungheria le anni degli alleati non prosperavano grandemente ; la Polonia avea (1) Registro Corti in data 15 nov. 1698 aU’Archivio.