547 prendeva ben settanta cavalli a’ ss. G-io. e Paolo dietro la chiesa dei Mendicanti, ove pure tornei si eseguivano e balli d’arme con sontuose mascherate rappresentanti le varie nazioni, con numeroso concorso di gentildonne spettatrici da un anfiteatro eretto tutto all’ intorno. Altro esercizio di ginnastica offeriva a’ nobili il giuoco del Calcio, al quale i giovani patrizii, lasciata la toga ordinaria, si addestravano in succinte vesti facendo pruova di forza e di agilità, mentre erano invece esercizio del popolo il combattimento dei Pugni sui ponti a ciò disegnati, e sui quali scorgesi ancora tracciato il sito ove i lottatori fermar dovevano i piedi, il maneggio del remo nelle frequenti corse, ma specialmente nelle regate, le forze d’Ercole, prove di gagliarda, di destrezza e di equilibrio delle quali si videro sorprendenti esempii. Nella festa dell’Ascenzione, come altre volte notammo, spiegavasi una incomparabile mostra delle arti e delle industrie, nella più magnifica sala del mondo, la piazza di s. Marco. Colà vedeasi annualmente lo stato delle arti presso tutti i popoli, e come in un immenso fondaco trovavansi raccolte le merci tutte di Levante e di Ponente e tutti i prodotti delle industrie dai più fini e preziosi lavori a’ più comuni e agli usi ordinarii della vita appartenenti. E ai vantaggi del commercio unendo l’allettativa dei piaceri, era in quei dì un secondo carnovale per le maschere, i festini, e d’ogni sorta allegramenti. Erano fino da pasqua cominciati i così detti freschi nel Canal grande, altro spettacolo che da per tutto altrove avrebbe potuto stimarsi per la sontuosità che presentava allora, impareggiabile, ma che in Venezia veniva nel dì dell’ Ascenzione ancor superato dalla gita del Bucintoro al Lido per lo sposalizio del mare, mistico connubio ad indicare come da quell’elemento dovea Venezia ripetere la sua grandezza.