479 volte avvenne del Consiglio de’ X, dava a conoscere la propria disapprovazione e il bisogno d’ una riforma. I competitori proposti dai nuovi quarantuno approvati dal Maggior Consiglio furono Alvise Priuli che riportò 23 e gliene diede il vescovo di Belluno Giulio Berlendis ohe aveva in casa una di lui figlia di nome Marina sposa di Nicolò Berlendis figlio di Camillo, e quindi nipote del Vescovo. Così senza consultare i più autorevoli si mise alla sorte del concorso con Antonio Grimani, Alvise Mocenigo, Alvise Contarini, Alvise Priuli, uomini prestantissimi, et acclamati principi nella rappresentanza privata, così prendendo il prave mistero di questa involuta elettione per puro gioco del caso e scherzo della, fortuna. E qui riflette lo storico che per conseguire il primo posto nelle Jiepubbliche è troppo puerile e leggiero il sentimento, che basti la sola sorte. Vi si ricercano con forte nodo bene aggruppate queste condizioni : integerrimi costumi, approbata vita, e virtù, meriti propriie de' maggiori, grandi anni, e gran fortune. Mancante alcuna, e mal consonarte, tracolla e cade tutto il valido fondamento della vera speranza. Varie satire uscirono contro il Sagredo e dicevasi che. impotente per le sue fortune come molto note dava da dubitare che seco tenesse il ladro; e che Pietro Sagre do fosse figlio del prencipe con maniche larghe, era massa (troppo) ; alludendo al suo Turcimano. In generale il dissenso si considerava più nel popolo che nella nobiltà, ed egli fidava assai in questa. Molti anche riflettevano essere strano che si vedessero due dogi successivi della stessa famiglia. La votazione fu come narrano gli storici, e il Sagredo ebbe otto voti degli undici che scelsero i Quarantuno da approvarsi dal Maggior Consiglio. A’ 24 di agosto 167G, lunedì dopo pranzo, fu il Sagredo pubblicato doge, altre non restando che 1’approvazione del Quarantuno. Corsa la voce per la città fu salutato da tutti Serenissimo Principe; dispensò vino e pane ai poveri, e danaro ai barcaiuoli de’ traghetti perchè facessero applausi quando entrasse il Consiglio per ballottare il Quarantuno. Ma vane furono tali premure, la sua elezione era disapprovata totalmente dal popolo. I più autorevoli soggetti, i suoi dipendenti e i parziali, sia che fosser mossi dalla propria coscienza, sia dal popolare giudizio, diceano apertamente di non voler entrare nel Quarantuno. Questo dissenso de’ più cospicui, trasse altri in eguale opinione e pervenne alle orecchie de’ Sagredo, i quali tutta notte andaron cercando de’ sostituti a quelli che negavano di entrarvi. Agostino, figlio cadetto di Giovanni, molto savio e prudente consigliava il padre a rinunziare. Ma Giovanni che rimirava solo in se stesso, e che fermo nell’opinione di sua virtù non ]'Oteva immaginarsi di formar egli il primo esempio nella Repubblica di principe rigettato e depresso, non ascoltò le voci del figlio. I gondolieri della città soliti essere licenziati da casa Sagredo e frequentemente poi impediti per qualche tempo di trovar da servire, fecero a