93 marchese dell’ Inojosa, carissimo al duca di Lerma, non mutavano punto politica quanto all’ Italia, e accennavano al-l’acquisto di Castiglione luogo prossimo a’ confini della Repubblica, rinnovava le suppliche al papa che come padre comune, pastore universale e principe italiano, volesse interporre tutta la sua autorità a farneli desistere. Mentre così la Repubblica si maneggiava per la pace venne a mòrire il doge Leonardo Donato il 16 luglio 1612 (1) in età d’ anni oltre settantasei dopo anni sei, sei mesi, sei giorni di principato, e fu sepolto a s. Giorgio Maggiore. Venne attribuita la sua morte quasi repentina ad un alterco col fratello Nicolò a causa della casa grande da lui fatta costruire sulle fondamente nuove al ponte de’ Cro-sechieri, rimpetto all’isola di Murano (2), con grande spendio di denaro, del che rimproveravalo il fratello dicendogli che con egual somma avrebbe potuto comperare il più bel palazzo di Venezia e in più bel sito che non era quella casa la quale non avea neppur forma di palazzo. Ma altre cose si erano congiunte ad affievolire da qualche tempo grandemente la salute del doge, cioè le dispiacenze, le brighe, le occupazioni derivategli dalla faccenda dell’interdetto, e soprattutto una dimostrazione popolare contro di lui, il dì in cui orasi recato quell’ anno, come al solito, alla visita della chiesa di s. Maria Formosa il 2 febbraio, quando il popolo anziché festeggiarlo cominciò a strepitare e a rinfacciargli i meriti del suo predecessore gridando : Viva il doge Grimani padre dei poveri. Del che tanto si accorò che si era prefisso di non voler più intervenire ad alcuna processione, onde non vedendolo il popolo alla visita del Redentore, andò mormorando che verrà giorno in cui vorrà andar in chiesa e non potrà. (1) Antelmus registro del M. C. (2) E’ ancora l’abitazione della famiglia Denà detta dalle Bose.