420 di patrizii e da folla di popolo. E mentre in Venezia si facevano rallegramenti, regnava invece a Costantinopoli grande spavento ; si ammutivano le truppe, fra spalli e giannizzeri si combattevano, il granvezir Melek Ahmed veniva deposto, nuovi maneggi di pace s’introducevano per mezzo dell’ ambasciator francese de la Haye colla Repubblica, ma senza effetto. Laonde avendo già il Mocenigo tenuto il comando dell’ armata per più campagne oltre il tempo dalle leggi prefisso, fu pensato dargli un successore in Leonardo Foscolo, distintosi nelle guerre di Dalmazia, ma che non doveva trovare eguale fortuna sui mari di Levante. Cominciò dallo scorrere 1’ Arcipelago, s’ impadronì dell’ I-sola di Sciro, ma assalito da violenta burrasca non senza qualche danno si ritiròj a Standia, da dove mandò rinforzi alla squadra che tuttavia sotto Luca Francesco Barbaro bloccava i Dardanelli. A rinvigorir 1’ animo del popolo col mezzo della religione, fu accettato fra i celesti protettori della città s. Antonio, e fattane venire da Padova una reliquia, fu collocata su apposito altare nella Chiesa della Salute (1). In pari tempo mandavansi rinforzi in Candia ove nuovo pericolo interno erasi aggiunto all’ esterno, dappoiché i soldati albanesi che non aveano potuto ottenere accrescimento di paga s’ erano levati a tumulto, meditando perfino di consegnare la città ai Turchi, tradimento a cui con bella prova di fedeltà eransi opposti gli abitanti, non ostante che già da sette anni soffrisseso tutt’i patimenti della guerra. Alla prima voce di quel tentativo suonarono a stormo, accorsero uomini, donne, fanciulli per fare strage de’ traditori, e fu (1) La pala rappresenta Venezia prostrata a'piedi di Sant’ Antonio, di Pietro Liberi. Il doge recavasi ogni anno coi magistrati a venerare quella reliquia il 13 giugno.