415 convocato il consiglio fu di comune accordo stabilito di assalirla (1). Il Riva coperto di lucide armi, di alta statura, di aspetto bruno e guerriero, di veneranda canizie, distese le vele, spiegò la bandiera, animò i suoi alla battaglia, e con ardire meraviglioso osò spingersi per entro al porto sfidando i colpi delle navi nemiche e della fortezza. L’ ardimento fu da luminoso successo coronato ; le navi turche cedendo al prepotente impeto, urtandosi le une colle altre si fracassavano o perivano incendiate ; era uno spettacolo tremendo di desolazione, e il generale veneziano vedendo il lido pieno di frammenti di navi, il paese coperto di fuggitivi, credette che più nulla rimanessegli a fare, e con precipitosa e intempestiva deliberazione si allontanò. Grandi allegrezze furono fatte in Venezia per la ottenuta vittoria, il Riva fu creato cavaliere di s. Marco e donato di una collana del valore di tremila ducati, gli altri capitani che più si erano distinti furono del pari rimunerati. Il doge scrisse lettere a tutt’ i Rettori, comunicando la violenza sofferta dal Bailo a Costantinopoli ed insieme la gloriosa vittoria delle venete armi ottenuta, ordinava loro la convocazione dei Consigli per informarli del lieto avvenimento, e di rendere pubblici atti di grazie a Dio (2). Ma fu improvvido consiglio quello del Riva di non continuare a tener serrata la flotta turca a Fochies e operarne la distruzione totale, mentre appena si fu allontanato, che quella uscendo e ricevuti rinforzi, ed evitando altra battaglia, potè sbarcare nuove truppe in Candia. Un suo nuovo tentativo contro Suda però falli, anzi una palla di cannone portò via la testa al capudan bascià, e Pietro Diedo provveditore, che ben aveva diretta e sostenuta la difesa, fu ascritto tra i Senatori. (1) Descrizione della battaglia Cod. CCXI, p. 112, ci. VII it. alla Marciaua. (2) Cod. CCXI.