271 Il conte Alberto di "Wallenstein, ricchissimo gentiluomo di Boemia, ammogliato alla figlia del ministro Harrach, avea fatto le sue prime campagne contro i Veneziani, ed il provveditore generale Pietro Barbarigo scriveva dal campo di Fara il 29 gennaro ÌGIÌ^IS informando del credito di che godeva quel gentiluomo alla corte, e come egli, propenso alla pace, avea scritto a re Ferdinando persuadendolo a questa (1), con fargli conoscere come gli Spagnuoli aveano interessi grandi e contrarii al bene di lui, mentre invece la mente della Repubblica era di operare lealmente e di vivere in buon accordo coi suoi vicini. Prese poi parte nelle guerre di Boemia, respinse gli Ungheri comandati da Beth-len Gabor dalla Moravia, ed ebbe dall’ imperatore grandi rimunerazioni in beni ed onori. D’indole violenta, grande vantatore, e nel suo fare molto spiegando dell’ avventuriere, quando Tilly minacciato da Cristiano IV e da’ suoi alleati domandava rinforzi, egli si fece avanti colla 'strana proposta di mettere in piedi un esercito di cinquanta mila uomini senza alcun aggravio del tesoro. La proposta, per 'juanto potesse apparire straordinaria, fu accettata, nè egli tardò a mostrare che non avea promesso nulla più che non potesse eseguire. Il modo era semplicissimo : grosse contribuzioni di guerra ad amici e nemici, concessioni di patenti di colonnelli, di capitani, di ufficiali, a condizione che il possessore avesse a provvedere per sè e per le proprie genti. Così Wallenstein facevasi incontro al nemico con un esercito che ogni giorno ingrossava, allettato dalle grosse paghe e dalla speranza del bottino. Il generale Mansfeld, a cui la Repubblica pagava grosso stipendio (2), sconfitto a Dessavia (26 aprile 1626) si ritirò nelle montagne dell’ Ungheria per (!) Parti Segrete, Cons. X. (2) Capitoli della Condotta 25 die. 1621, Secreta.