595 più al vivo la nostra Repubblica (et ne farà ogni più sensato giu-dicio) il inerito delle nobilissime sue conditioni, et a ragione deve ella in egual maniera rimanerne tra se stessa pienamente contenta. In ciò, sebene .da quello che le ha con la viva voce et col cuore com-mune della Repubblica, abondevolmente espresso il Serenissimo Prencipe ne può Y. S. ricever bastevole argomento, tuttavia volerne che dal decreto presente del Senato medesimo resti anche assicurata, novissima esserci riuscita la notitia di cosi falsa impostura, in niun luogo, nè da alcuno del Governo essersene havuta mai pur minima ombra, nè haversene meno udita alcuna precedente parola ; che alla meraviglia de tali invettive aggiongesi in noi la displicenza di vedere, che sopra la base de proprij mal talenti l’habbi iniquamente fondate, et che havrebbesi desiderato di venirne in alcun modo in chiaro per passare alle dimostrazioni che esemplari si convenivano per ogni rispetto. Sopra questo tanto terrà ordine da noi 1’ ambasciator nostro Landò di passar ufficio conforme col signor gran Marescial suo marito e d’ attestarne ad ogni altro che gli occorresse, lo intiero in espressione, che pur confir-mamo noi a Y. S., abondantissima del grado pieno d’ estimazione et d’ affetto, in che vengono tenute dalla Repubblica le degne doti sue et del nobilissimo suo sangue, quali accompagnate dall’ ingenuità del termine con che è qui sempre vissuta, et si tiene, al colmo augumentano il contento che si è preso, et si riceverà di vederla lungamente a godere della dimora di questa nostra città, di modo che goderà ella da noi in ogni tempo di tutti quelli più cordiali et più conspicui segni del nostro buon animo, che da Principe ottimamente dispostole, in egual maniera conoscitore del merito del suo candore et bontà, possi ella stessa desiderare. Et V. S. signor ambasciatore nel raportare alla signora Contessa et alla Corte quanto è predetto, desideriamo complisca, come suole pienamente al proprio delle sue virtù.