371 trario sosteneva Giacomo Marcello consigliere, primo obbligo essere del cittadino quello di salvare la patria, vano e stolto orgoglio esser quello che per non mettersi al fianco chi la sorte fece nascere in condizione inferiore, lasciasse piuttosto la patria stessa pericolare ; or la salute di questa dipendere in grandissima parte dalla conservazione di Can-dia ; occorrere di stipendiare milizie, rinforzare 1’ armata, provvedere viveri ; giovare inoltre anziché nuocere che si aumenti il numero di quelli che possano aspirare agl’ impieghi, mentre si offre campo più libero all’elezione ; le insegne di onore cioè i magistrati della Repubblica non dover essere sì esclusivamente patrimonii della nascita, che non abbiano anche ad essere premii della virtù, utile anzi stimava egli ampliare il numero de’ patrizi già troppo ristretto, aumentarsi per tal modo il numero degl’ interessati a conservare la libertà e la grandezza della patria : nè mancare gli esempi nella stessa Repubblica, e splendidissimi averne in quella Roma delle cui tradizioni Venezia era fedele conservatrice, in quella Roma che la propria cittadinanza conferiva ai popoli soggetti (1). Tuttavia, posta a voti la Parte, benché approvata in Senato, ebbe nel Maggior Consiglio solo trecentosessan-totto voti favorevoli, cinquecento ventotto contrarii, cento-quaranta non sinceri e non fu vinta (2). Essendo codesta decisione in contraddizione con quanto scrive il Nani, che fu largamente abbracciata, e con quanto effettivamente poi fu fatto, convien supporre che la Parte come deliberazione non fosse vinta, ma che il Consiglio di volta in volta al presentarsi d’ un offerente, con ispeciale decreto l’ammettesse (3), (1) 4 marzo 1646 in M. C. (2) Registro Marcus 4 marzo coll’ annotazione e fu presa di ito. (3) Così il 17 luglio 1646 per Labia, 18 agosto Grozi, 19 detto Vidiman, 24 Marco Òttobon Cancellier grande ecc. Furono in tutto settanta. ♦