96 personaggio meritevolissimo dell’ alto posto a cui era chiamato. Nato nel 1536 da Giovanni q. Tribuno e da donna Bianca Sanudo di Benedetto, contava settantasei anni al suo innalzamento. Avea coltivato con successo gli studii, esercitato con lode parecchi de’ principali uffizii della sua patria, come Savio agli Ordini, Censore, Consigliere, ebbe parte alle cose spettanti all’annona, all’artiglieria delle fortezze, alla acque, alla zecca, alla sanità, all’Arsenale, fu del Consiglio de’ Dieci, Capo più volte di questo, come altresì più volte Inquisitore di Stato; sostenne fuori di "Venezia il carico di capitano a Vicenza ed a Bergamo, di Podestà a Verona ed a Padova, e di Provveditor generale a Palma, de’ quali reggimenti abbiamo sue relazioni (1). Era di ben proporzionata statura del corpo, di bei lineamenti della faccia. Durò soli tre anni e tre mesi il suo governo, nel quale sebbene la pace interna si conservasse, contimiarono però le molestie degli Uscocchi e i timori di Spagna, e si aggiunsero nuove complicazioni nelle cose d’Italia per la vertenza di Mantova. Sul finire del 1612 mancava di vita Francesco Gonzaga duca di Mantova, lasciando solo una figlia in tenera età che avea avuta da Margherita sua moglie, figlia del duca Carlo Emanuele di Savoia. Avea però due fratelli, cioè Don Ferdinando cardinale e D. Vincenzo, ed essendo esclusa la successione femminile perveniva a quello il governo. Se non che Carlo Emanuele credette non doversi lasciar sfuggire di mano l’occasione di riacquistare il Monferrato sul quale vantava antichi diritti. Perciò alla notizia della morte del genero avea tosto mandato a Mantova il conte Francesco Martinengo e poi il marchese di Lucerna a fare i soliti atti di condoglianza, ma in pari tempo a suggerire alla figlia di dirsi gravida per impedir intanto la sovranità del Cardili) Cicogna IV, 494 e seg.