67 pronunciato in favore della Repubblica, od almeno facessero un atto di penitenza ; lagnavasi del nuovo cacciamento fatto di alcuni Teatini incolpati di agitare le coscienze, di mettere scrupoli nelle confessioni, di mostrarsi in somma ostili al Governo (1) ; dolevasi che questo non vietasse severamente a’ suoi sudditi di tenere le scritture pubblicate in difesa della Repubblica e contro l’interdetto (2) ; infine che nella casa dell’ambasciatore inglese in Venezia parecchi nobili, teologi ed altri assistessero, coni’ ei diceva, a prediche protestanti e per mezzo suo fossero state introdotte varie casse di libri eretici. Alle quali ultime lagnanze rispondeva il doge al nunzio papale : « non si deve andar a cercare nelle casse e nelle cose secrete dell’ambasciatore d’Inghilterra ; noi non sappiamo di queste casse di libri, ma per quello che abbiamo osservato, egli vive con gran riserva e diremo così con gran continentia et abstinentia et procede con molta modestia et circospetione nelle cose sue senza dar occasione di alcun pur minimo scandalo. Se conoscessimo in lui alcuna cosa che non convenisse, non mancaressimo di avvertirlo di quel modo che conviene et che si deve far con ministri di principi li quali ben sa V. Signoria che sono rispettati et non convien che si pongano le mani nelle cose loro perchè questo sarebbe un violare il jus gentium. Non abbiamo alcuna notizia che questi libri si siano sparsi et se si fossero fatte queste disseminazioni che ella ne ha detto, lo sapressimo, perchè non stiamo cogli occhi «serrati nelle cose della religione.... V. S. Rev. non ne abbia di questo alcun timore nè alcun dubio, perchè se bene in tutti i tempi vi sono stati in questa città et nelle altre del nostro stato molti eretici et altri che sono separati dalla romana (1) 3 Novemb. Ibid. (2) Dispacci Francesco Contarini da Itoma 1607-1609 posseduti dal sig. Rawdon Brown.