399 Mentre nell’ Occidente erasi con tanti sforzi conseguita 1648. la pace, ardeva tuttavia furiosa la guerra nell’Oriente tra i Veneziani ed i Turchi, e da Candia si estendeva anche nella Dalmazia. Aprivasi appena la stagione del 1648 che il generale Foscolo volgeva in quella provincia l’animo alla presa di Clissa, forte luogo poco discosto da Spalato, dove tra i monti, che ingombrano largamente quel tratto, uno alzandosi quasi scoglio presentasi tuttavia capace di abitazione e recinto (1). Esso è tutto di duro macigno, erto, scosceso, e se in qualche parte la natura parve renderlo più accessibile, accorse 1’ arte a proteggerlo con muraglie fortissime ed altre fortificazioni. Tre ordini di mura cingevano la fortezza a cui una sola strada sotto il cannone di questa conduceva. Se Clissa avea più volte cambiato dominio fu sempre per tradimento o sorpresa, non mai per oppugnazione. Eppur a questa or accingevasi il Foscolo, accompagnato da Girolamo Foscarini commissario, e da Luigi Cocco provveditore di Sebenico, mentre il generale Scotti avea la direzione delle milizie. Scacciati i Turchi dai primi posti, occupato dai Morlacchi il sito abbandonato dagli abitanti, respinte due sortite, i Veneziani corsero il 19 marzo al-1’ assalto contro il primo recinto nel quale avevano aperto una breccia. L’angustia del luogo imbarazzando anziché agevolare le operazioni dei Turchi, dovettero questi ritirarsi nel secondo recinto, ove i Veneziani trovavano quasi insuperabili difficoltà, poiché erano fulminati dall’alto, e il macigno resisteva al eannone ed alla zappa. Era uopo quindi aprirsi una via per le batterie. Aperta la breccia, dopo tre furiosi assalti penetrarono anche nel secondo ricinto, ma re- Aloysiì Contareni equilis, qui mediatori# tnunere procal a partitivi studio, iotos fere quinque annos impigre perfvncivx est. (1) Nani, Historia della Rep. veneta e Relazione di Clissa 1648. V edi Cicogna Bibliografia, ove molti altri scritti sull'argomento.