22 noi, da quali direte che le sarà corrisposto in tutte le occasioni abbondantissimamente et comendarete li suoi prudentissimi pensieri di voler conservare la pace tra li principi et divertire ogni occasione di novità per particolar conservation della quiete di questa provincia d’Italia». Difatti continuava allora la guerra dei Turchi in Ungheria, e il 29 d’ agosto del 1602 Albareale era caduta in loro potere, il bisogno di soccorso agl’ imperiali sempre più cresceva, Venezia che per troppo dura esperienza avea appreso quale assegnamento potesse fare sulle tante belle parole di lega, di crociata e simili contro il comune nemico, rispondeva al papa e- all’ imperatore che ne la sollecitavano, assicurandoli della sua buona volontà, e che non mancherebbe al debito suo quando vedesse altri far dad-dovero, ma che essendo la più esposta non potea, pel vantaggio stesso della Cristianità, tirarsi addosso improvvidamente una guerra, e ciò in un tempo in cui anche la sicurezza de’ suoi confini dalla parte di Terraferma non era senza sospetto, e le fortificazioni che andava facendo il conte di Fuentes ed altri suoi pensieri davano motivo alla Repubblica di tenersi bene sulle guardie (1). Nella necessità dunque di provvedere ai casi suoi, essa accolse onorevolmente il messo venuto coll’ annunzio della successione del nuovo sultano Ahmed I. (2). Già avea ottenuto il bailo Bon un diploma in tredici articoli (3) circa alla sicurezza dei mari, che gli schiavi fatti in tempo di pace sarebbero messi in libertà, che le vertenze dei Veneziani tra loro sarebbero appianate dal bailo, che i bastimenti veneziani nei porti di Galata, Radosto, Gallipoli, sarebbero (1) 7 Mag. 1604, Secreta, p. 26 e 21 ott. 1605 Lett. al papa. Deliberazioni lloma 177 t.° (2) Lettera di sultan Ahmed recata da Osman ciaus 4 genn. 1605. Scritture turchesche nell’ Archivio di Vienna. (8) Pubblicato dall’Hammer.