104 diguières famoso capitano francese. Non meno vigorosamente armava Carlo Emanuele, il quale aveva altresì buon protettore nel principe di Condè allora potente in Francia. Cotesta premura della Repubblica nel favorire i nemi* ci di Spagna avea le sue buone ragioni. Il Consiglio de’ Dieci riceveva continuamente avvisi, ora di un certo greco Papa Sava che da Corfú teneva informato il duca d’ Ossuna viceré di Napoli di quanto accadeva, e mandavagli i disegni delle fortezze (1), ora di misteriose comunicazioni da Napoli (2), ora di segrete conferenze e macchinazioni a Milano (3) ; insomma Venezia era a Spagua uno spino, un impedimento ai suoi disegni tendenti al dominio di tutta Italia, ed essa dovea metter tutto in opera per isventare i suoi malevoli proponimenti. Avea perciò la Repubblica maneggiato già da un pezzo un’alleanza cogli Svizzeri, che fu finalmente recata a termine coi Cantoni di Berna e Zurigo (4) dalla destrezza politica dell’ambasciatore Gregorio Barbarigo mandato a succedere ad Antonio Foscarini nella legazione di Francia (5), e che era stato efficacemente sostenuto dall’ambasciatore d’Inghilterra, dopo tolto qualche motivo di disgusto poco prima insorto colla sua corte. Imperciocché scoperta la congiura delle polveri per cui erasi disegnato far saltare in aria il re e il Parlamento, e che fu attribuita ai Gesuiti, il re Giacomo il quale piccavasi di teologia avea scritto un libro intitolato : Apologia del giuramento di fedeltà in appoggio di una nuova forma di giuramento che obbligava i sudditi ad uno stretto dovere di fedeltà al sovrano, dichiarandosi che alcuna bolla o scomunica papale in senso contrario non do- (1) 12 Ott. 1612, parti segrete. Consiglio X. (2) 21 Agosto ib. (3) 26 Febb. 1613. (4) Il trattato 6 marzo 1613 in Lunig Codex Ital. dipi. t. II, p. 204. (5) Secreta 20 sett, 1613.