347 mana, ma generalmente confermata; darebbesi dunque ad esso ricevitore una nota dei danni dai Maltesi inferiti ai legni veneziani per averne il debito risarcimento ; scrivesse al gran maestro i particolari predetti acciocché tosto e vigorosamente vi rimediasse, e che oltre al compenso dovuto agli offesi, severamente punisse gli offensori, e que’ temerari che osavano disobbedire a’ suoi ordini, dando così testimonianza della sua giustizia e del suo buon affetto verso la Repubblica » (1). Ma tutto ciò era inutile e le correrie maltesi continuavano, quando avvenne caso che diede l’ultimo tracollo alla bilancia, e condusse a lunga e disastrosissima guerra tra la Porta Ottomana e Venezia. La squadra maltese incontrava nell’ Arcipelago una flottiglia ottomana che trasportava diversi pellegrini alla Mecca carica di preziose merci ed altri tesori, e tosto vi fece sopra i suoi disegni. Portava uno de’ galeoni 1’ eunuco Sun-bullu custode del serraglio, che caduto in disgrazia andava a cercar rifugio coi suoi tesori alla Mecca, e con lui erano anche Mohammed Efendi destinato giudice al Cairo e molti altri pellegrini. Perseguitata da sei navi maltesi, e sopraggiunta dopo fiero combattimento in cui Sunbullu ed il reis Ibrahim Celebi caddero valorosamente combattendo, la ricca galeona con trenta donne e gran numero di schiavi venne in potere dei Maltesi, i quali nel ritorno toccata la rada di Kalismene alla parte meridionale di Candia allora non custodita, vi aveano fatto provisione di acqua e sbarcato cavalli e cinquanta greci tratti dalle catene dei Turchi ; indi radendo il lido della Sfacchia, volevano dar fondo a Castel Seiino, se non che il comandante veneto tosto accorso li obbligò ad allontanarsi. Avanzatisi quindi verso Cerigo, non ricevuti neppur colà dal Provveditore, dovettero anco- (1) Corti, 3 sett. 1644, pag. 79.