570 rere, andando molto pesato e timido in dir qualche parola, come é maggiormente per fare nel futuro et molto più nelle ationi : essendosi avveduto sin hora non riescirle i suoi pensieri, temendo con la sua acerbità usata sin hora di aver errato, et dicendo di aver aspramente castigato il peccatore, essendosi scoperto che il tutto è stato alterato assai dal cardinale Arrigone et altri puoco intelligenti della Repubblica più presto emuli et poco amorevoli, che zelanti, et si scorge che si è lasciato piuttosto reggere dall’ altrui consiglio che dalla propria volontà, et perciò facendo con questo scudo a sé stesso si lagna vedendosi disobbedito et sprezzato, et la Repubblica cosi generosamente risentirsi, perchè al giuditio delle persone libere il protesto come conditionato non è scismatico (come pensavano quelli che o non 1’ intendono o non vogliono intenderlo et essendo continuamente alle orecchie di S. S. lo instano che non porti pregiuditio all’ autorità e dignità ecclesiastica) nè come Vicario di Dio lasci legare quel che ha creato libero cioè l’arbitrio umano, altrimenti che ciò sarà un aprir le porte all’ heresie come si è toccato con mano nella Franza, dovendosi sodamente pensare che Iddio ha fatto il mondo per gloria sua et salvamento dell’huomo, et che perciò si deve ben vedere et considerare non le cose presenti transitorie, ma ie future e reali. Dalle quali cose il buon pastore è così perturbato che ha la testa in mille pezzi e non gusta le delizie del pontificato, ma tanto più vedendo che la Repubblica fa dadovero, et non solo mostra di prepararsi alla difesa, ma anco all’ offesa, et esso d’ incontro non ha nè gente nè soldi, che sono i duoi nervi della guerra, non corrispondendo forse le offerte già fatteli dagli amici suoi nè di alcun altro principe alli fatti, perchè l’interesse è comune, et perciò più presto parlano et stanno a vedere che operare, se però è vero quel si può scoprire ; benché non manchino chi sii di contrario parere, et che non vogli il papa aver errato, perchè 1’ errar, considerata la dignità pontificia, è inemendabile, et incor-regibile, et molto riprensibile, et che perciò vada dissimulando a bella posta per valersi del beneficio del tempo per far più opportunamente il colpo quando potrà esser aiutato et forse meno quel senato gli penserà, fra questo mezzo riputando di castigarli con farli consumare. Con il qual modo, tenendoli sempre 1’ animo sospeso, aggradisce quei principi che invidiano et odiano quella Repubblica in vero colma d’ ogni prudenza, che perciò non accetta quella sospensione che il papa et a lui adherenti, vorrebbe dargli,