505 stio dal prestar orecchio ad un accordo. Perciò conveniva ai Veneziani operare sollecitamente, e il Cornaro, stretta vieppiù Malvasia, finalmente l’ottenne, indi avvisato del-1’ avvicinarsi della flotta ottomana, le andò incontrò e la sconfisse a Mitilene; scorse poi contro i lidi occidentali della Grecia e tolse al nemico l’importante piazza della Vallona che smantellò. Siffatte vittorie furono amareggiate soltanto dall’infelice scontro di due navi veneziane sotto la direzione del-l’almirante Alessandro Valier con dieci barche turche nelle acque di Milo. Animava il Valier la fiducia del prossimo soccorso di Marco Pisani capitano delle navi sotto Malvasia. Ma questi tardò a staccarsi, e non più sollecito nel cammino, lasciò sole le due navi a sostenere con un valore senza pari l’assalto dei Turchi, e sebbene dopo quattro ore d’ostinata battaglia, una di esse saltasse in aria, per l’accensione della conserva delle polveri, l’altra continuò nella eroica resistenza, finche morto il Valier, ferito il capitano Agostino Petrina, perduto l’albero maestro, traforata in più parti la nave, i marinai e i soldati salvaronsi all’imbrunir della sera sui palischermi, lasciando al nemico solo una lacera spoglia. Il Pisani fu processato e condannato alla carcere. La perdita che fecero poco dopo i Veneziani del loro bravo^generale Cornaro morto di febbre acuta alla Vallona fu assai funesta alle loro armi, poiché succedutogli nel comando Domenico Mocenigo, non si tardò a riconoscere quanto fosse inetto e di gran lunga inferiore al sublime posto a cui era chiamato. Deliberato un tentativo contro Canea che dovea essere occupata per sorpresa, ma non riuscito perchè i Turchi a tempo avvertiti stavano bene sulle guardie, fu mestieri dopo seguito lo sbarco, intraprenderne il regolare assedio. E già questo molto bene avanzava, e già parecchi forti erano acquistati, e già la popolazione facevasi incontro volonterosa ai liberatori, quando per vaghe voci sparsesi di sbarchi Vol. VII. 64