375 Dal che incoraggiati i nemici diedero il 20 d’ ottobre l’assalto al baluardo della Marina e ne furono dapprima ributtati, ma accesisi a caso due barili di polvere, e gridandosi mina, mina, tutti i difensori si diedero a fuggire, e i Turchi profittandosi della confusione, penetrarono nella città. Ben si affacciò colla spada in pugno il Gonzaga, ma non potè trattenerli, il Corner valorosamente combattendo rimase colpito di moschettata nel petto, e poco dopo morì. Anche Rettimo fu perduto, ed ebbe a soffrire i soliti orrori ; il 13 novembre il Minotto che comandava il presidio del castello, fu costretto ad arrendere anche questo, pattuendo libera e sicura 1’ uscita alla guarnigione cogli onori di guerra, e agli abitanti l’imbarco entro otto giorni. Sopraggiungeva intanto l’inverno, ed ambedue le parti sospese per breve tempo le armi, a nuovi e maggiori conati si preparavano. Il Senato attribuendo alla fiacchezza del capitano generale Antonio Cappello i sofferti disastri, lo depose dal carico rimanendo in sua vece capitan generale Gio. Battista Grimani, uomo ohe in picciol corpo racchiudeva animo grande, facondo ne’ discorsi, risoluto nelle deliberazioni, e pronto nell’ eseguirle (1). Nel posto di Proveditor generale da mare gli fu surrogato Luigi Mocenigo detto Leonardo, e al defunto Andrea Corner fu sostituito nel comando delle truppe da terra Nicolò Delfino. Nè la sola Candia occupava l’attenzione della Repubblica, poiché anche la Dalmazia era in pari tempo molestata dai Turchi ; aveane la difesa il generale Leonardo Foscolo, erano capi delle armi il conte Ferdinando Scolo e il barone di Degenfeld ; presiedeva alle fortezze e città, col titolo di Provveditor generale, Marco Antonio Pisani. I paesani gareggiavano di fedeltà e valore. Benché il Foscolo (1) Nani II, 122.