481 vano di accettare la carica, altri di dare il voto per non esporsi all’ altrui animavversione. Fu quindi adottato nel 1667 che il vote fosse segreto. A principio fu utile provvedimento, e si videro proposti infatti ed eletti degni e ri-spettabili cittadini, ma non tardarono ad introdursi di nuovo gravi abusi e vidersi nomine stravaganti e disdicevoli all’eminente consesso. Fu perciò nel 1671 stabilito che i Dieci dovessero essere scelti soltanto tra quelli che altra volta erano stati eletti, con la contumacia d’un anno, provvedimento che non ebbe esito migliore del precedente, onde cinque anni dopo, uno solo de’ proposti potè ottenere il numero legale de’ voti, e la forma d’elezione venne così riprovata. Furono allora incaricati di nuovo i Correttori di provvedere; volevano questi a principio estendere la candidatura oltre che a quelli che avevano altra volta seduto nel-l’augusto Tribunale, anche ai nobili che avessero sostenuto le cariche di Savio del Consiglio, o di generalati e reggimenti di Padova e di Brescia. Appoggiò la proposizione Battista Nani, oppugnavala Giovanni Sagredo che la voleva estesa a tutti quelli del Senato ordinario colla contumacia di tre anni, ed escludendo dalle ballottazioni non solo i già nominati, ma eziandio i loro congiunti in primo e secondo grado, e cosi fu vinta la proposizione, e dal Maggior Consiglio approvato il decreto. D’altre cure erano cagione alla Repubblica le cose d'Italia, specialmente per la cessione fatta dal duca di Mantova della cittadella di Casale alla Francia, la quale aprivasi per tal modo il passo a sturbare forse la quiete della penisola. Per quanto il fatto spiacesse all’imperatore, non potè per allora farne risentimento, trovandosi avvolto nella guerra d’Ungheria, ove l’insofferenza del dominio austriaco, protestantismo diffuso, le ambizioni dei nobili, i maneggi de’ conti Sdrino, Nadasdi e Frangipani sollevavano i popoli Vol. VII. 61