54 offerte di alleanza, il secondo coll’ impegno che metteva per appianare le differenze con Roma. Re Enrico avea mandato anzi a quest’ uopo appositamente il duca di Vitrì, il quale nell’attestare de’ caldissimi uffici eh’ egli in nome del suo re sarebbe a fare, dichiarava (1) tenersi a ciò obbligato come vassallo del re per contribuire a tutto ciò che tornar potesse a dignità e servizio degli Stati di sua Maestà, e come italiano desiderando la conservazione della Repubblica « perchè ella è ora il solo rifugio del li tributati in questa provincia (l’Italia) nella quale si vede che quasi tutta dipende dalla maestà cattolica, perchè in Roma alla Corte, o per interessi o per dipendentie o per altri mezzi, il re può ciò che vuole. Il ducato di Ferrara è estinto. Parma e Urbino sono in protetione della corona di Spagna, Fiorenza tanto si mantiene quanto si conserva la Repubblica, ma mancando questa, mancherà anche il Granduca; e che quanto a lui stima che Spagnuoli volentieri vede-riano la sua oppressione, ma la vorriano senza loro pericolo; perchè quando questo succedesse sariano assoluti patroni d’Italia e delli pontefici, i quali disponeriano a loro arbitrio, conoscendo benissimo essi, che unita la Repubblica con la Chiesa hanno un gran contrapposto et ostacolo ». Furono introdotte trattative ; ma difficile sommamente riusciva di conciliare le esigenze del papa e l’onore e la dignità della Repubblica. Si maneggiava sopra tutto la Francia per ottenere che i due prigioni fossero dati al papa in gratificazione di S. M. Cristianissima, che questa pregasse il papa in nome proprio e della Repubblica di voler levare le censure, che la Signoria mandasse poi un ambasciatore a Roma a ringraziar Sua Santità di aver aderito ad un amichevole componimento ; revocasse quindi le lettere du- (1) Esposizioni Roma 27 nov., p. 123.