320 L’ARRIVO DEI RARESI incontro il simpatico avvocato Rubichi, Richel della Tribuna, e Armando Perotti, un antico col- laboratore della Riforma e letterato esimio, con quei suoi baffi più grandi del vero, e una grande coc- carda sul petto. Erano arrivati nella notte: ma alle 10 del mattino avevano già veduto non so quante cose. L’amico Rubichi, pur divertendosi, bron- tolava contro il suo direttore, trovando che è un brutto scherzo quello di mandare un redat- tore a fare una gita di andata e ritorno da Cet- tigne in tre giorni, con un telegramma che vi sorprende mentre ve ne state tranquillo in cam- pagna, in mezzo a quella grande soddisfazione che dà ad un giornalista il non avere il pensiero dell’ articolo.... o del per finire. Gli altri gitanti baresi arrivarono a mezzo- giorno. Era stato stabilito che si recassero subito nei locali dell’ istituto femminile dove la cittadi- nanza offriva loro un pranzo. Ma si.... Chi poteva tenerli? Impazienti di vedere la sposa del Prin- cipe di Napoli, appena arrivati percorsero la strada principale e, giunti alla via trasversale, dove c’ è il palazzo del Principe, svoltarono, e fermatisi lì dinanzi con le bandiere, proruppero in grandi acclamazioni. I Principi si alzarono da pranzo e scesero sulla piazza. Quando comparve la principessa Elena, le acclamazioni si fecero an- cora più vive e scoppiarono le grida : viva la