159 dalla Repubblica, questa si mostrò sempre aliena dai teme-rarii progetti del viceré, e intanto giungeva a Napoli la notizia che all’ Ossuna era stato nominato un successore nel Cardinal Borgia. Nulla di meno 1’ Ossuna mostrava di non essere menomamente intenzionato di partire (1), raccoglieva truppe, accarezzava particolarmente i mercenarii francesi e valloni, fortifìcavasi, promoveva tumulti per mettere in apprensione il cardinale dimorante in Gaeta ov’ erasi ritirato qualche tempo per dar all’ Ossuna comodità di partire, e che avrebbe voluto con lui trattare dolcemente. Ma il viceré lungi dal piegarsi (2), spargeva danaro tra il popolo, distribuiva grazie, concedeva privilegi, prometteva levare dazio delle farine, con che otteneva gli applausi della plebe e il favore de’ soldati, non però dei loro capi. Così inorgoglito faceva intimare al cardinale che non si avanzasse, mentre riceverebbelo con dodicimila uomini, la città era in grande allarme vedendosi la plebe e i soldati in atto minaccevole e spargendosi voci di stragi e saccheggi. Ma il il cardinale, introdotte pratiche con D. Luigi De Mendoza, che era alla guardia del Castel Nuovo, vi entrò di notte, accompagnato da sole tre persone, e datone avviso altresì ai comandanti degli altri forti, alla mattina in sul far dell’alba fu tirata una salva generale da tutt’i cannoni della città. Ossuna balzò dal sonno e corse tosto al Castelnuovo. Non fu ricevuto, e quando gli si disse, d’ ordine del viceré e per comandamento di Sua Maestà : — Non sono io (1) Spinelli 28 aprile 1620. (2) Chiamato lo Spinelli gli parlò con tutto il furore contro la corte di Spagna, che si male ricompensava i suoi servigi, diceva di aver tutto operato d’ accordo o volere di quella mostrare le lettere, ed ora perchè non riuscito gettavasi tutta la colpa addosso a lui. « Il Senato si era già avveduto del suo accordo colla corte di Madrid fin dal 3 feb. 1618». Secreta Senato 137.