212 levati i disordini e vengano le leggi ad avere la sua inviolabile esecuzione. » Ascoltata l’ammonizione, il doge diede ordine si facessero 1’ indomani nuovi senatori in luogo de’ suoi figli, e 10 Zeno disse che benediceva Sua Serenità che avea fatta azione di ottimo Principe, sottoponendosi* alle leggi, e lo pregava a credere ch’egli soltanto necessitato dalla sua coscienza s’era indotto a fare codesto uffizio, mentre quanto a sè era ossequiosissimo servitore di Sua Serenità e della serenissima sua Casa come ne avea dato particolarissimo segno nella sua ambasciata di Roma, nella quale non essendo mai andato alla visita di nessun prelato per conservare 11 decoro di ambasciatore di testa coronata, avea non di meno visitato monsignor illustrissimo Cornaro figlio di Sua Serenità una volta mentre trovavasi in casa cagionevole della salute. Rispose il doge che era ben certo del suo buon animo, e si recò in Pregadi, nel quale furono fatte il dì seguente alla sua presenza le elezioni in sostituzione de’ suoi figliuoli Francesco ed Alvise. Altro disgusto però insorse quando lo Zeno volle che la fatta ammonizione fosse registrata nella Cancelleria ducale, stimando ciò il doge un nuovo insulto alla sua persona, per la pubblicità e la durata che quell’atto veniva per tal modo ad acquistare, del quale avrebbesi potuto per ognuno trar copia e farla girare per le piazze e passare ai posteri con suo disdoro manifesto. Ne fece quindi grande querela in Collegio commiserando la sua vecchiaia esposta a siffatte amarezze, prima con ricevere una indebita e irregolare ammonizione, poi con vederla registrata ne’ libri pubblici, onde più non sapea com’egli diminuito di stima e di rispetto più potesse" comparire in pubblico, intervenire alle pubbliche funzioni, trattare con ministri ed ambasciatori esteri, e sostenere infine il decoro della primaria dignità della Repubblica la quale ve-