49 tirsi dalla città e mandato a formar un inventario delle loro robe (1). Dopo di che il 14 giugno fu fatto solenne decreto di espulsione contro di essi siccome disobbedienti, che aveano occultato e asportato le cose più preziose del culto e sparlato da’ pulpiti fuori dello Stato contro la Repubblica (2) ; e sottoponevasi a grave pena chi proponesse il loro richiamo. Già fino dal 15 maggio erano stati licenziati per le stesse ragioni i Teatini e i Cappuccini (3); da per tutto vegliavasi col massimo rigore affinchè niuna alterazione fosse portata nell’esercizio del culto, e si punissero i preti contumaci. Cominciò quindi una guerra di scritti senza fine, quali in favore della Repubblica, quali contro, sotto tutte le forme di apologie, di storie, di trattati, di lettere, di poesie, prendendovi parte anche scrittori forestieri (4) ; era un riscaldamento generale delle menti, ed essendo per lo più la passione che guidava la penna, è facile imaginare a quali esorbitanze dall’una e dall’altra parte si corresse. In pari tempo provvedeva la Repubblica alla sicurezza esterna con buone leve di truppe nazionali e forestiere e (1) Esposizioni Roma 9 mag. 1606, p. 63 t.° (2) Cosi nelle Deliberazioni Roma, p. 64. (3) Sommario eoo. Codice Cicogna 1799 e Deliberazioni Roma. (4) Se ne può vedere il lungo elenco in Cicogna Iscrizioni IV, p. 133 e seg., e p. 648 e seg. Fra Paolo fu pei suoi scritti citato a Roma insieme con fra Fulgenzio Manfredi e Gio. Marsilio. Il Senato invece nello stesso tempo con sua parte 28 sett. 1606 lodando le sue scritture e il suo zelo per la Repubblica gli aumentava di altri ducento ducati il suo stipendio già di dugento. Laonde il Sarpi il 25 nov. pubblicava un manifesto a stampa in risposta alla citazione romana, e adducendo fra altre cose l’impossibilità in cui era di abbandonare il suo ufficio e di trasferirsi a Roma, fu allora pronunziata contro di lui la sentenza di scomunica, ma non essendosene veduta la Bolla, il Bianchi Giovini mostrò dubitare di quel fatto (Biografia di fra Paolo t. I, p. 284 ediz. di Zurigo 1836) dicendo che Roma non osò ; il Grisellini però (t. I, 121) l’attesta, ma senza conoscerne la Bolla. Questa è posseduta in copia, forse unica, dal cav. Cicogna in data 5 gennaio 1607 e porta perfino le traccio della colla con cui si vede essere stata attaccata alla muraglia, o alla porta d’ una chiesa. Vol. VII. 7