593 avanti Sua Serenità dissuadendogli la risolutione, nella qual sempre più ferma vedendola, non potè far di meno di venir seco, come venne, et si passò quello che all’Eccellenze Vostre è benissimo noto. Della sapientissima e benigna risposta ch’ha madama ricevuto dalla bocca del Serenissimo Principe è restata soddisfattissima, et gli sono in gran parte svanite le nubi d’ afflittone di che era ripieno 1’ animo suo, ancorché il signor ITton con dirli dopo, che siano state parole premeditate et consultate, habbia pur voluto lasciarli concetto che sia questa materia agitata fra 1’ Eccellentissimi Signori Savi, et che non sia stata senza occasione di qualche discorso, questi giorni sopra la sua persona. La conclusione si è che resta questa signora disgustatissima di Uton, non solo per averli fatto creder per cosa certa quello che mai fu della mente della Serenissima Repubblica, per haverli con cattivi consigli persuaso il partirsi impro-viso, dando e ricevendo eterno disgusto et lasciando con tale risolutione di fuga una quasi indelebile nota di peccato commesso, ma anco per non esser senza ragionevol dubbio, che nell’ origine della falsa voce possi haverne parte, come quelli che mal volentieri la vede fermarsi in questa città, parendoli sia osservatrice delle sue ationi, et li servi di peso sopra il braccio per non poter maneggiar li negotii publici forse in quella maniera libera che vorrebbe. Ha già di ciò espedito venendo avviso distinto al signor Conte suo marito et è per esperirne torse gentilhuomo espresso a Sua Maestà et procurarne come mi accennò il Vercellini ogni maggior vendetta contro di lui, et penetrar quanto più sia possibile nel core di quest’affare volendo prima dell’ andarsene che il signor Uton confermi avanti Sua Serenità esser vero eh’ egli li habbia scritto e detto le parole di sopra. Stima, come riverentemente ho detto, per intiero e bastante sollevo di questo suo infortunio, quanto a sè l’Immanissime parole ricevute in risposta da Sua Serenità ; anzi che se ne potesse recar seco qualche memoria in scritto, li sarebbe di perfetta consolatione. Al che io li dissi non esser costume di fare, ma mi aggiunse con dimostratione di grand’affetto, eh’essendo l’offesa che viene da questa divulgatione, publica non solo in Venetia, ma che col solito accrescimento sarà portata dalla fama per tutte le corti de’ Principi, haverebbe sopramodo caro di qualche dimostra-tione pur publica in contrario con la qual apparesse non essersi scemata verso lei la publica benevolenza e benignità. Vol. VII. 76