503 di lega tra l’imperatore, il re di Spagna e l’Inghilterra ; or veniva da Leopoldo mandato a Torino per farvi aderire anche quel duca, il quale a meglio coprire i suoi disegni deliberò recarsi a Venezia come fosse a semplice oggetto di divertimento, correndo appunto allora il carnovale. Il veneziano Governo che avea dichiarata la propria neutralità, mostrava non accorgersi di tutto il maneggio, e fu chiuso in Venezia tacitamente il trattato, non senza però che la Francia, la quale al primo sospetto, avea fatto accompagnare il duca dal suo ambasciatore, non ne avesse tosto notizia. Fu la rovina del Piemonte, nel quale entrati i Francesi, tutto vi misero a ruba e a sacco. Vittorio Amedeo disperato, volgevasi per ultimo rimedio alla Francia stessa e dopo un lungo oscillare e replicati tentativi, riuscì alfine a pacificarsi con essa ed unì, giusta i patti, le sue genti alle francesi contro gli Austriaci. Di queste discordie cristiane profittavano i Turchi per continuare con raddoppiato ardore la guerra, accrescevano le fortificazioni, facevano venir rinforzi dall’Asia, dall’Egitto, dalle regioni più remote dell’ Impero.. Ai quali provvedimenti non intimorito il Morosini, tornava sul disegno della riconquista di Negroponte. Se non che considerando la debolezza delle proprie forze, di gran lunga inferiori a quelle del nemico, ed opponendosi gli altri capi dell’esercito, gli fu uopo volgere le armi alla presa di Malvasia colla quale venivasi a perfezionare il possesso della Morea. Era difficile impresa, poiché la piazza piantata su alto scoglio alpestre e inaccessibile nel golfo di Romania, non permetteva 1’ avanzarsi dal borgo alla fortezza se leggi avea operato, lo spogliò della veneta nobiltà e de’ suoi beni, nè valsero a rimetterlo in grazia tutti gli uffizi imperiali ; solo all’ occasione della pace di Carlowitz nel 1699 il Senato condiscese finalmente alle vive istanze della Corte di Vienna, ma furono rinvigorite le leggi in proposito.