249 vedeva di fronte il formidabile esercito raccolto da Massimiliano di Baviera in soccorso dell’imperatore. Il quale dal canto suo si mostrava instancabile nel procacciarsi soccorsi, seppe staccare alcuni principi dall’Unione, trasse aiuti dalla Spagna ; lo stesso papa gli concedeva un sussidio e le decime d’Italia e di Spagna. E più oltre ancora spingendo le sue viste, pensò di guadagnarsi la Francia. Era in questa, dopo la morte di Enrico IV, grande confusione : un re fanciullo, la reggenza affidata a Maria de Medici che si lasciava in tutto guidare dalla Concini mare-scialla d’Ancre sua confidente, i Principi del sangue in rivolta, onde così scriveva Pietro Contarini nel febbraio del 1616 : « Lo scontento del principe (di Condè) è quanto maggiore può essere, ritrovandosi come pentito di aver rimessa al re la fortezza d’Amboise, si gira da ogni parte, muove tutte le pietre, parla con molti, ma non trova chi lo seguiti, perchè tutti temono d’incontrar male com’ è avvenuto a molti, che già si mostrorno suoi aderenti, e li principi coi quali è stato assieme unito, ora sono tra essi divisi ; nè tutti si mostrano di voler seguire la sua fortuna, pare sentirsi nell’ universale di tutta la città gravi mormorazioni ; parlasi con libertà da ognuno, e non si lascia anco di scriverne con ogni licenzia, perchè veggono che li stati condotti con tanto dispendio del Regno alla fine non produrranno cosa che vaglia, et un solo che fu il vescovo di Angers che parlo delli disordini del Governo adducendo le cause donde procedevano, ha convenuto andar a dimandar perdono alla regina e ad umiliarsi al maresciallo d’Ancre; viene esagerato il consumo inutilissimo di tant’ oro, il debito delle finanze, tutto farsi a contemplazione della mare-scialla d’Ancre et del marito, che con un libero et assoluto predominio dispongono della volontà della regina, che ad essi tutto dona, et da quali conviene riconoscere ognuno Vol. VII. 32