117 chio francese di nome Renaut che si diceva segretario della regia Camera e che gli serviva d’interprete favellando, e per lui, all’occorrenza, scriveva. Erano sempre insieme, e vivevano con grande intrinsichezza. Tutto questo non era molto atto, come ben si vede, ad ispirare fiducia al Contarmi, perciò Giacomo Pierre accorgendosi che poco terreno guadagnava coll’ambasciatore, si restituì in Sicilia, donde ripassato a Napoli nel marzo 1616 si procacciò un abboccamento collo Spinelli, cui mostrandosi assai poco soddisfatto del servizio spagnuolo, tornò a toccare dei progetti del viceré e del desiderio di mettersi al soldo della Repubblica, alla quale domandava con istanza di essere raccomandato (1). Oltre a Giacomo Pierre instava per entrare al servigio della Repubblica un Langlad famoso ingegnere di fuochi artificiati e intendentissimo delle cose di mare, il quale parimenti proponeva, come molto familiare dell’Ossuna, di scoprire alla Repubblica importantissime cose e recare danni gravissimi a quel viceré (2). Lo Spinelli si decideva alfine a lasciar partire per Venezia il francese Nicolò Renault ch’egli qualificava di gentiluomo, allo scopo di conchiudere il trattato ; soggiungendo che sperava potervi mandare anche un Alessandro Spinosa altro valente capitano (3); miserabile politica che si sbracciava nella vii gara a chi più potesse sviare dalla contraria parte i capitani e i soldati, e che mostra a qual grado di abbiettezza fosse caduta allora l’arte militare in Italia. Lo Spinelli, ottenuta da Venezia facoltà di conchiudere, poiché (1) Dispacci Spinelli 22 marzo e 7 giugno 1616. (2) Spinelli 22 marzo 1617. (3) Tb. e ai 23 maggio, l’avviso di sua partenza. Di lui dice Ranke non aver trovato nulla di sicuro, ma ne parlano le Partì Scerete 28 nov. 1618 ove leggesi : « che il processo per il quale restò punito con 1’ ultimo supplizio Alessandro Spinosa capitano sia cavato di casson perchè possa esser veduto .... e valersi di quei particolari ecc. »