144 vien fatto sapere che* quel tristo di Giac. Pierre avesse intelligenze in annata e sopra le galee grosse in particolare, acciocché quando occorresse di combattere con questi galeoni fussero inchiodate le artellarie maggiori; non so con qual fondamento possa dirmelo chi me ne ha parlato, e se-ben col suo castigo ognun doverà pensare ai casi suoi, non di meno ho voluto scriverlo alle EE. YY. ad ogni buon fine » (1). Sebbene la cospirazione fosse stata pel narrato modo felicemente sventata, la città continuava a presentare 1’ a-spetto dello sbalordimento, e vedevansi ovunque traccio del pericolo che 1’ aveva minacciata ; guardie da per tutto, ad ogni contrada un nobile ed un popolano deputati per la custodia, bene invigilati i forestieri, tutti riguardosi, diffidenti (2), mal disposti gli ambasciatori di Spagna, di Francia e d’Inghilterra. Il primo anzi presentatosi al Collegio il 25 di maggio disse: «che da una settimana aveva sentito che per la città correvano certe voci di cui non avea fatto a principio alcun caso, sapendo non poter esse concernere minimamente nè il re nè alcuno de’ suoi ministri ; essere ben nota la sua lealtà ; in proposito di natura così vergognosa e contraria ad ogni pietà cristiana, non esser possibile che alcun uomo nè buono nè savio v’ interessasse mai nemmeno il pensiero ; ognuno conoscere 1’ animo e la bontà della Maestà del suo Signore così alieno e repugnante da simili stranezze; esser egli tranquillo nella sua coscienza ma destargli qualche apprensione quei movimenti di popolo; volesse il Governo provvedere alla sicurezza sua a scanso di gravi disordini e funeste conse- (1) Da questa lettera letta dall’ Ossuna certamente ad arte, si vede come il Bedmar ed egli stesso, fallito il colpo, cercassero lavarsene le mani aggravando di tutto il Pierre. I particolari dati più sopra dallo Spiuelli condannano abbastanza il viceré. (2) Sivos, Cronaca.