273 Svezia, e benché si fosse espresso che vorrebbe prenderla se pur fosse attaccata colle catone al cielo, la città sostenuta dalla perseveranza e dal valore de’ suoi cittadini, soccorsa dai Danesi (1) e dagli Svedesi, seppe resistere al lungo assedio, e Wallenstein fu costretto a ritirarsi. Fallita quest’ impresa e rinunziato ormai al progetto di assoggettare il Baltico, Wallenstein che ben si accorgeva della malevolenza che gli portavano Tilly e il duca Massimiliano di Baviera, delle lagnanze che da tutte le parti pervenivano all’ imperatore contro il suo sistema di depredazione, e dei secreti maneggi della Francia, deliberò concedere la pace al re di Danimarca, il quale per assicurarsi de’ suoi possedimenti danesi, acconsentì ad abbandonare i suoi alleati e gli interessi del Palatino, e a non più immischiarsi negli affari della Germania, in cambio di che riacquistava quanto avea perduto delle sue terre, e segnata la pace a Imbecca il 12 maggio 1629, fece ritorno nei suoi Stati. (1) Il re di Danimarca avea mandato un suo ambasciatore a Venezia, chiedendone 1’ amicizia e 1’ appoggio.