320 ragguardevoli forze in terra ed in mare, per le gelosie specialmente che mai non cessavano dalla parte dei Turchi, non poter pensare pel momento ad altro che a quanto era necessariamente chiamata dai proprii giusti rispetti senza abusare d’ avvantaggio di quel vigore che era in debito di conservare per le più urgenti occasioni. Con eguali scuse esimevasi nel luglio susseguente da altra lega proposta dalla Francia (1), ferma nel suo proposito di volersi stare spettatrice degli avvenimenti. 1632. I quali in generale entravano in una nuova fase col ritorno del Wallenstein al comando. Ferdinando abbandonato da tutti, vide non potersi attendere la salvezza che dal suo vecchio generale. Ritirato fino allora nei suoi beni in Boemia ove teneva corte principesca, il Wallenstein si era mostrato in apparenza indifferente a quanto accadeva intorno a lui, ma pretendesi eh’ egli avesse fatto qualche proposta d’ alleanza a Gustavo, e che solo perchè offeso dalle dubbiezze e dai sospetti di lui, accettasse alfine, dopo essersi fatto molto pregare, prima l’incarico di ricostituire un esercito imperiale, poi anche il comando del medesimo a condizioni tali che il rendevano padrone assoluto di quelle forze. Così tornato in campo, presto ritolse la Boemia ai Sassoni, poi fattosi incontro a Gustavo, il tenne ben due mesi sotto le mura di Norimberga, donde il re levato il campo il 6 di settembre si gettò di nuovo sulla Baviera, ma dovette tosto partirsene per accorrere in soccorso della Sassonia. I due famosi generali si scontrarono a Lutzen il 6 novembre, e come già sui campi di Lipsia, si agitavano qui di nuovo le sorti della Germania. Gustavo trasportato dal suo ardor guerriero e col grido Dio è con noi, si lanciò contro il nemico alla testa della sua cavalleria. Una recente ferita aveagli impedito di vestire (1) 3 luglio, pag. 69.