474 avesse ricevuto dalla guerra di Candia è facile immaginare. Interrotto nell’ Oriente per la guerra, sminuito nell’ Occidente per la concorrenza degli altri Stati, alzati i prezzi delle merci per la necessità o di far scortare i mercantili navigli, o di caricare su bastimenti esteri, impoveriti i capitali per le grandi somme richieste a sostenere per ben venticinque anni spesa si ingente, scemato il numero delle stesse famiglie veneziane che vi si applicassero, dacché quelle che s’ erano con le loro offerte comperata la nobiltà, disdegnavano per lo più di continuare la mercatura, pareva il traffico veneziano minacciato dell’ estrema ruina. A ciò applicava seriamente 1’ animo il Senato incaricando i cinque Savi alla mercatura di provvedere a’mezzi più opportuni per ristorarlo o rattenerlo almeno sul funesto pendio in cui vedovasi correre. Fu ricorso quindi ad ogni spediente per favorire la navigazione de’ propri sudditi, per abbassare le gabelle e i dazii, si diedero sussidii a quelli che costruir facevano navigli mercantili e privilegi e grazie ai capitani e marinai, si prescrisse che due terzi almeno dell’ equipaggio d’ogni naviglio dovesse sempre essere composto di sudditi della Repubblica, furono fatte nuove leggi marittime. Non minor cura fu impiegata a ravvivare il commercio terrestre che facevasi principalmente per le tre vie della Chiusa e dell’ Adige, della Pontebba e di Primolano nel Bassanese e per vieppiù favorire l’introduzione e 1’ esportazione delle merci regolavansi nel 1656 e poi di nuovo nel 1667 le tariffe coll’ arciduca d’Austria (1). E giacché ragguardevolissimi capitali erano già stati investiti nelle possessioni, anche a queste volse i suoi provvedimenti il Senato, dando maggior impulso ai Provveditori sopra i beni inculti, istituiti fino dal 1550, per opera (M Le Bret, Staatsgeschichte von Venedig, t. Ili, parte II.