401 Venne alfine il giorno ad illuminare una scena della più orrenda desolazione, il mare coperto di cadaveri e di vascelli infranti, uomini agonizzanti o intirizziti dal freddo sullo scoglio; da per tutto pianti e lamenti. Ma Giorgio Morosini provveditor d’ armata in quel terribile frangente, assunto il comando dei miseri avanzi della flotta, fedele esecutore degli ordini del morto generale, dirigevasi, rifornite alla meglio le navi, ai Dardanelli. Incontrata per via con molta allegrezza la squadra di Girolamo Riva che portava soccorsi a Candia, potè meglio provvedersi, e rifornite sedici galee andò a collocarsi al suo posto, con grande stupore e smarrimento degli abitanti di Costantinopoli, i quali intesa la ruina dell’ armata veneziana, non potevano darsi a credere che possibil fosse che quella medesima armata ora comparisse a chiudere i Dardanelli. Furon tosto raccolte navi dal-1’ Asia e dalla Grecia, sequestrate per conto dello Stato perfino quelle delle nazioni cristiane che a Costantinopoli si trovarono, tuttavia un tentativo fatto dalla flotta turca per uscire non sortì effetto, e la vergognosa ritirata costò la testa al capudan pascià. Eletto intanto capitan generale in luogo del morto Grimani, Luigi Leonardo Mocenigo, pensavasi altresì a provvedere di nuovi rinforzi 1’ armata. Ma non meno della guerra altra cosa dovea stare sommamente a cuore al Senato, ed era che per le frequenti e grosse feve de’ remiganti, che a tenor delle leggi i varii corpi delle arti erano obbligati a fornire, non ne venisse il deperimento e la ruina di quelle. Perciò fu preso il partito di convertir quest’ obbligo in una corrisponsione in danaro col quale poi assoldare gente mercenaria (1). Raccoglieva infatti la Repubblica (1) Nani II, 203. E Darù. come al solito, o ignaro delle costituzioni veneziane,’ o malignandole, dice che il servizio personale sul mare, al quale tutt’i popolani erano obbligati, fu trasmutato in una Vol. VII. 51