283 la sua spedizione in sostegno dei Rocellesi, angustiato dai propri sudditi che a lui e al suo favorito duca di Buckin-ghain attribuivano tutte le sciagure del regno, mostrava da un pezzo inclinare ad un accomodamento. E ben richiede-valo la condizione del regno in cui tutto disponevasi a qualche grande rivoluzione ; i parlamenti rifiutavano la chiesta sovvenzione di danaro, la Camera dei Comuni presentava la così detta Petizione di diritto (1), per cui il re che dovette approvarla, impegnavasi a non riscuoter danaro senza 1’ assenso della Camera, nè imprigionare alcuno se non nelle dovute forme di legge, nè sottoporre il suo popolo alla giurisdizione di corti marziali, lo che venne a formare il secondo grande statuto della libertà inglese (2). Ma le esitanze del re nell’ approvare la petizione venivano attribuite ai consigli del Buckingham, al quale facevasi carico inoltre di una predilezione per la Spagna. Nel qual proposito ragionando un giorno coll’ ambasciatore veneziano Alvise Contarmi, dicevagli (3) che ¡quanto ai trattati colla Spagna si discorreva molto più di quello vi fosse in effetto, ma che quando anche gl’ Inglesi facessero con essa la pace, seguirebbero l’esempio dei Francesi che nel fatto della Valtellina insegnarono la strada ; poiché dopo aver imbarazzata l’Inghilterra e gli altri principi colla Spagna, essi aveano subito cominciato le persecuzioni contro gli Ugonotti, e trattato cogli Spagnuoli di dividere tra le due nazioni il traffico, fecero comuni reciprocamente i porti con grandissimo danno degli amici, e finalmente conclusero la pace con tanto tradimento de’ collegati, che ognuno confessa aver essi con quell’ atto indebito posto in sconcerto tutta 1’ Europa ; Nei dispacci di Alvise Contarini, Londra 1628, si trovano il discorso del re al Parlamento 27/17 marzo, la così detta Petizione di diritto ed altri documenti. (2) Macaulay, Storia d’Inghilterra, Cap. I. (3) Dispacci 14 agosto 1628.