306 Così la peste ad onta dei fatti provvedimenti infuriava, e dal luglio 1630 al ‘21 novembre 1631 si contarono nella sola Venezia 46490 morti (1). Le varie scene tragiche, i varii casi orribili non narrerò, che di simili descrizioni pur troppo ne abbiamo e troppo sciaguratamente somiglianti. Lo stesso tacito serpeggiamento nei primi dì, la stessa ostinazione in certi medici nel non voler dichiarare apertamente esser peste, negandola affatto a principio, cercando poi coprirla con termini ambigui ; lo stesso concorso di popolo a processioni, o sacre cerimonie (2), gli stessi orrori, gli stessi delitti, le stesse scene di desolazione. E come in quella del 1575 si era decretato per voto di erigere la chiesa del Redentore, così in questa del 1630 fu deliberato d’innalzare un tempio da dedicarsi alla Beata Vergine della Salute, di rinnovare ogni anno la visita allor fatta dal doge e dalla Signoria a s. Pietro di Castello per venerarvi le spoglie di s. Lorenzo Giustinian primo Patriarca di Venezia, untori, onde vedesi che il risultamento dell’inquisizione contro quei francesi accusati, portò piuttosto a distruggere che non a confermare la credenza. Sono interessantissimi i Dispacci di Padova sulla peste dell’anno 1631, testimonianza della saviezza e della carità del Governo Veneziano. Fatta colà l’anagrafì degli abitanti il 10 luglio 1631 risultarono quindici mila e ne morivano fino a centosettanta al giorno. (1) Chi volesse averne particolare descrizione legga la Peste di Venezia del 1630 di Giovanni Casoni, stampata nel 1830 in occasione della centenaria commemorazione. I medici che opinarono per la peste e pei relativi provvedimenti furono : Giovanni Fuoli, medico del Magistrato della Sanità, sapientissimo uomo, Ortensio Za-ghi, Emilio Pex-isani, Alberto dei Cerchieri, Baldassare Vacca, e Giuseppe degli Aromatari. — Mutinelli Annali, p. 549. Delle Pesti in generale trattò molto diligentemente il consigliere A. A. Erari : Delio-Peste e della pubblica amministrazione sanitaria ; Venezia, Antonelu 1840. Molti scritti furono pubblicati sulla peste del 1630. Vedi Cicogna, Bibliografia, p. 748. (2) L’ 8 gennaro 1631, il doge e la Signoria si recarono con tutta magnificenza a venerare a Castello le reliquie del Patriarca s. Lorenzo Giustinian, e tal visita fu decretata annua per parte del Senato 5 ap. 1631. «