77 tenerli (1), e quanto alle loro persone che in gravissime pene incorrerebbe chiunque osasse molestarli od offenderli di parole o di fatti, volendo anzi che fossero ne’ loro conventi distintamente trattati (2). Ai rettori poi delle varie provincie scrivevasi ammonissero i predicatori che dovessero astenersi da qualunque diceria o cenno sulle cose passate (3). Delle quali determinazioni accagionandosi a ragione od a torto il Sarpi, due altri attentati si fecero contro la sua vita, l’uno da frate Antonio da Viterbo e da frate Gian Francesco Graziaui da Perugia, principale nella congiura. Carcerati ambedue nel febbraio 1609, il Graziani nell’alternativa o della forca o di un solo anno di carcere col bando perpetuo dallo Stato, svelò ogni cosa e manifestò ogni particolare dell’ infame progetto (4). Intorno al terzo attentato non si hanno che oscuri cenni da una lettera dell’ambasciatore a Roma (1 sett. 1610) e conseguente avviso del Senato (5) a fra Paolo di tenersi in guardia. Il frate noiato di tante persecuzioni ebbe a dire, manco travaglio essergli la morte anco violenta, che mettersi in necessità di star sempre con timore, perchè i mali hanno termine, e il timore va all’ infinito. Teneva quindi vita ritiratissima, solo occupato de’ suoi studii (6) e del servire il governo, così continuando fino nel 1622 quando antichi e nuovi acciacchi cominciarono a molestarlo gravemente, e il sabato santo (1) 15 Genn. 1608;9. Deliberazioni Roma, pag. 54. (2) Erano fra Bernardo Giordani, fra Michelangelo dei Minori Osservanti, maestro Camillo da Venezia degli Agostiniani, maestro Fulgenzio servita, prete Girolamo Vendramin piovano di s. Maurizio, Gio. Marsilio ib. (3) 22 Genn. ibid. (4) Consiglio X, Criminale N. 25 e 26. (5) 10 Sett. p. 126 t. Deliberazioni Roma. (6) Il lungo elenco delle opere del Sarpi leggesi in Bianchi Gio-vini, Biografìa ecc., ed altrove.