79 Deus mediatorem per /idem in sanguine suo. Fu visitato dal medico, il quale gli annunziò restargli poche ore di vita; ed egli sorridendo: Sia beato Iddio, disse; mi piace ciò che a lui piace, col suo ajuto faremo ben anco quest’ul-tima azione. Il medico volle proporgli qualche ristorativo, ma fra Paolo interrompendolo aggiunse : « Lasciamo questo e mi risolva invece due dubbi. Il primo, eh’ io son certo e pienamente persuaso che tutto quello mi si presenta da prendere è cosa buona e con tale certezza la piglio in mano ; e tosto che arriva alla bocca, come mi si cangiasse in quello istante il cervello, mi si rende orribile e abbominevole. Il secondo.... » Ma non potè finire che cadde in deliquio. Il medico ordinò di dargli verso le ore otto all’italiana qualche po’ di moscato che mandò di casa sua. Alle sei il Sarpi, sentendosi la lingua glutinosa, chiese una sua spatoletta per raschiarla. Fra Marco andò a cercarla al luogo indicato, e non la trovava. E c’è, disse il Sarpi che ogni cosa assituava con ordine ; guardate meglio, è cosa piccola. E fu infatti trovata, e si raschiò la lingua da sè ; poi continuò a discorrere o a recitare a bassa voce orazioni, ripetendo spesse volt® con soddisfazione : Orsù, andiamo dove Dio ci chiama. Poi caduto in una specie di torpore andò susurrando fra sè, e solo fu inteso a voce chiara : Andiamo a san Marco che è tardi.....ho molto da fare. Ma si riebbe subito da questa momentanea astrazione, e sentendo suonare le otto, che corrispondono in quella stagione ad un’ ora circa dopo la mezza notte, le contò ad una ad una, e poi disse : Sono le otto, speditevi se volete darmi ciò che ha ordinato il medico. Era il moscato, il quale appena appressato alla bocca : Mi pare cosa violente, disse, e non ne volle altro. E sentendosi venir meno chiamò a sè fra Fulgenzio, lo abbracciò, lo baciò, indi: « Orsù, non state più a vedermi in questo stato ; non è dovere. Andate a dor-